giovedì 31 gennaio 2013

Le "verità" nascoste dietro la chiusura della Cartiera "Burgo" di Chieti Scalo e il progetto IN.TE


Video intervista all' Ingegner Domenico Menna, portavoce degli ex dipendenti Burgo che annuncia azioni giudiziarie da parte dei lavoratori se il progetto "IN.TE." resterà "lettera morta" e che ha chiamato in ballo le dichiarazioni dell'ex Sindaco di Chieti Francesco Ricci nel Consiglio Comunale del 9 marzo 2012 per comprendere le "verità" nascoste dietro lo sporco affare della chiusura "Burgo"

Il 1 ottobre 2009 è stato sottoscritto  l'Accordo di Programma Quadro "IN.TE" (Innovazione Tecnologica) dagli enti Enti Pubblici interessati ( Regione Abruzzo, Provincia e Comune di Chieti, Consorzio ASI e Patto territoriale Chietino - Ortonese ) oltre che  dall'Associazione Industriale di Chieti, dai Rappresentanti Sindacali, dai Rappresentanti dei lavoratori e dalle Ditte che con la loro sottoscrizione si sono impegnate a riassumere le maestranze "Burgo". L'accordo "IN.TE"  è stato voluto dalla "Burgo Group" S.p.a ed elaborato dalla "Merlino" Progetti con l'obiettivo di reindustrializzare l'area della cartiera di Chieti e ridare quindi un lavoro  agli ex dipendenti "Burgo".
 Ma, a tutt'oggi a distanza di quasi quattro anni, l'accordo resta ancora soltanto "lettera morta" e i dipendenti "Burgo" non sono stati ancora rimpiegati.
Così. in data 29 gennaio 2013 abbiamo incontrato Domenico Menna, ex dipendente "Burgo", portavoce dei lavoratori, e gli abbiamo chiesto delucidazioni in merito al progetto "IN.TE".
"Per comprendere questa vicenda - ci ha detto Menna - dobbiamo fare un salto indietro al 2006, quando l'allora Sindaco Ricci venne a sapere che la cartiera stava per chiudere". 
A tal proposito, dalla delibera n.339 del Consiglio Comunale del 9 marzo 2012 avente come oggetto "Odg del Consigliere Alessandro Giardinelli: Progetto In.Te.", traiamo le "verità" nascoste sulla "maledetta" vicenda della chiusura "Burgo" e sul progetto "IN.TE", svelate dalle parole dell'ex Sindaco di Chieti Dott. Francesco Ricci escusse dalle carte della delibera consigliare che fino ad ora non hanno trovato diffusione sugli organi d'informazione:
Io vorrei rifare un attimo la storia di quello che è successo sotto la mia Amministrazione per la crisi Burgo.
La crisi Burgo comincia nel 2006 quando io ero Sindaco da poco più di un anno, quando venimmo convocati il Senatore Legnini, l'allora Presidente della Provincia Tommaso Coletti e la mia persona da quello che era il Direttore Aziendale si chiamava Ing. Cristiano, il quale ci disse con molta franchezza "caro Sindaco se qui non si risolve il problema del costo dell'energia, se non riusiamo ad abbassare i costi dello stabilimento questa azienda in 2 anni chiude". 
Noi chiaramente uscimmo disperati da questo incontro perché tutto potevamo fare meno che accettare una soluzione di quel tipo e chiedemmo "ma se noi troviamo qualche soluzione per la soluzione di questo problema è possibile che la fabbrica rimane?" dice "ci proviamo, facciamo il piano industriale e vediamo quello che si può fare, entro 12 mesi dateci una risposta".
Io lì mi attivai per cercare la soluzione energetica perché sapevamo, come sappiamo tutti, che il costo dell'energia allo Scalo è un costo molto elevato per cui le aziende hanno grandi difficoltà, contattai  una azienda che avevo conosciuto per motivi diversi per cercare di trovare una soluzione alla produzione di energia della Burgo e quindi si parlò di pirolizzare il fango di cartiera. "VERITA'" NASCOSTA ! ! !
Il fango di cartiera fu mandato a Terni e  penso che qualcuno se lo ricorda, fu mandato a spese personali, fu mandato a Terni da questi signori  quali dissero che era un fango che aveva pochissima capacità di tipo energetico che però si poteva pensare ad un progetto.
Preparammo il progetto, lo presentammo ma contemporaneamente la Burgo dopo un anno decise di chiudere l'azienda. 
E' un'azienda d'amministrazione controllata e ci chiedemmo il perché di questo atto proditorio senza alcun preannunciamento in un momento di grande crisi, vi ricordo anche quello che è successo nel 2008 che la Giunta Regionale finì dietro le sbarre e quindi sicuramente chi aveva responsabilità dal punto di vista amministrativo non c'era più e andammo a Roma alla prima riunione, io spero che ci sia qualche sindacalista, qualcuno della RSU presente che ricordi quella prima riunione, in quella prima riunione  ci accorgemmo che qualcuno si era venduto il sito di Chieti nel senso che comunque il Sindacato Nazionale ci disse " mi dispiace Chieti chiude rimane aperta Sora". "VERITA'" NASCOSTA ! ! !
Li avemmo un colpo notevole e ci demmo subito da fare per cercare la soluzione e la prima soluzione che io cercai di trovare fu una soluzione assolutamente alternativa che è quella di chiamare il Presidente della Lega Coop Abruzzo e di chiedergli "visto e considerato che gli operai della Burgo dicevano che il sito produceva una carta di ottima qualità e che era una carta ancora vendibile e che a Chieti il problema era che non c'era l'attività di marketing, ma il marketing si faceva a Torino, il marketing di Chieti si faceva a Torino è possibile che noi facendo una cooperativa fra i lavoratori riusciamo a risolvere il problema?" Lì facemmo un errore fondamentalmente che è quello di non confrontarci subito con l'azienda ma preparammo anche lì un piano industriale, 6 mesi anche lì fatto gratuitamente da alcune persone di buona volontà lo presentammo alla Burgo e la Burgo ci disse "tutto posso tollerare meno che un concorrente sul territorio abruzzese, un concorrente che poi mi rompe l'economia" perché è chiaro che se noi fossimo riusciti a produrre a Chieti una carta a prezzo inferiore rispetto a quello che produceva a Sora li avremmo massacrati. "VERITA'" NASCOSTA ! ! !
Ci presenterò il piano industriale perché le aziende sotto amministrazione controllata hanno loro la responsabilità, ed era un'azienda ad amministrazione controllata la Burgo, quindi non era un'azienda che stava bene, era un'azienda in prefallimento a livello nazionale e penso che ancora tuttora sia in amministrazione controllata, ci presentò il professionista che doveva risolvere il problema che era Domenico Merlino, noi dicemmo "ma è possibile che si sostituisca il Comune a questa cosa qui? Ci dissero "NO", ma ce lo dissero tutti, ce lo dissero i sindacati, ce lo dissero i lavoratori, ce lo disse l'azienda.... ci buttammo sul Progetto "IN.TE." perché il Progetto "IN.TE." sembrava che potesse in qualche modo.... è quella stessa azienda che voleva in qualche modo far sì che la Burgo potesse diventare una cooperativa di operai che producevano carta dimostrò la sua sensibilità poi sappiamo come sono andate le cose sul progetto della cooperativa Area oggi TEA, quindi non voglio stare a fare polemica con niente e con nessuno però questa è la storia, questo è quello che è successo.
L'ultimo atto che ho fatto a dicembre 2009 prima di perdere le elezioni è stato quello che quando il responsabile del Progetto "IN.TE." chiedeva il permesso al Comune di iniziare le demolizioni ho scritto di mio pugno, spero che questa cosa si ritrovi negli archivi del Comune di Chieti, si può demolire solo quando ci sarà l'elenco delle aziende con il numero dei dipendenti e le persone che verranno riassunte.....
Allora io credo che questa idea di lavorare su un progetto globale che prevede tutta la Val Pescara, che prevede tutti quei terreni, tutti quei progetti che c'erano perché quei progetti c'erano e penso ci sono ancora e che possa far sì che gli operai Burgo siano in prima fila perché chiunque apra oggi in Val Pescara pensi come è stato detto già da altri quindi non mi voglio ripetere, pensi a risolvere i problemi, ebbene io sono assolutamente convinto che questa è la strada da fare e mi auguro che questa strada possa trovare giovamento perché sono assolutamente convinto che la crisi sociale della nostra città nasce dalla crisi Burgo perché credo che tutto quello che è venuto poi l'impoverimento della nostra città, quella che è stata la crisi Burgo un pò sia l'epifenomeno ma anche un pò la causa di tutta questa evoluzione.
Quindi io mi auguro che questo procedimento e questo lavoro che si sta facendo possa avere una soluzione definitiva ma sopratutto sono disponibile a lavorare fianco a fianco a chi ha dimostrato che vuole risolvere questo problema.
In conclusione,  probabilmente, ci sono stati ad alti livelli "sporchi giochi" orchestrati non si sa da chi che hanno fatto chiudere la cartiera teatina che fino al 2008 aveva bilanci in attivo e lasciato senza lavoro tantissime persone in  cassa integrazione. Se venissero confermate queste manovre descritte dall'ex Sindaco Ricci, comprenderemmo sicuramente le cause che  hanno impedito il  rilancio economico dell' area ex Burgo di Via Piaggio nel cuore commerciale ed industriale della città di Chieti, che in realtà subisce ormai da anni la mortificazione di ogni sua esigenza ed aspettativa di sviluppo, probabilmente per ragioni  occulte diverse da quelle della collettività.
Noi del Circolo culturale "Marco Porcio Catone il Censore", ci poniamo fin da oggi l'obiettivo di monitorare l'evoluzione della situazione rendendo informata la cittadinanza.

Delibera del Consiglio Regionale dell'Abruzzo VIII Legislatura del 28.10.2008 con Consigliere Segretario Aceto che ha fissato il vincolo d'uso per 99 anni dell'area ex Burgo per fini esclusivamente industriali ed artigianali.

Tabella riepilogativa delle società che hanno firmato il contratto di rete "IN.TE" e che hanno dei lotti territoriali nell'area ex Burgo per svolgere delle attività produttive riassumendo parte dei dipendenti della Burgo: Feral, Vera, Regeneration Materials, Italpol, Corti, It Sistem, Hst Italia Spa, Ital Prefabricati, C.N.A., Modellismo, Fas, Icoven, Meccanica Project, Frilog, Piquadro, Dinamica, Siem
Firme degli enti che hanno aderito all'Accordi di Programma "IN.TE"


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