giovedì 31 gennaio 2013

Le "verità" nascoste dietro la chiusura della Cartiera "Burgo" di Chieti Scalo e il progetto IN.TE


Video intervista all' Ingegner Domenico Menna, portavoce degli ex dipendenti Burgo che annuncia azioni giudiziarie da parte dei lavoratori se il progetto "IN.TE." resterà "lettera morta" e che ha chiamato in ballo le dichiarazioni dell'ex Sindaco di Chieti Francesco Ricci nel Consiglio Comunale del 9 marzo 2012 per comprendere le "verità" nascoste dietro lo sporco affare della chiusura "Burgo"

Il 1 ottobre 2009 è stato sottoscritto  l'Accordo di Programma Quadro "IN.TE" (Innovazione Tecnologica) dagli enti Enti Pubblici interessati ( Regione Abruzzo, Provincia e Comune di Chieti, Consorzio ASI e Patto territoriale Chietino - Ortonese ) oltre che  dall'Associazione Industriale di Chieti, dai Rappresentanti Sindacali, dai Rappresentanti dei lavoratori e dalle Ditte che con la loro sottoscrizione si sono impegnate a riassumere le maestranze "Burgo". L'accordo "IN.TE"  è stato voluto dalla "Burgo Group" S.p.a ed elaborato dalla "Merlino" Progetti con l'obiettivo di reindustrializzare l'area della cartiera di Chieti e ridare quindi un lavoro  agli ex dipendenti "Burgo".
 Ma, a tutt'oggi a distanza di quasi quattro anni, l'accordo resta ancora soltanto "lettera morta" e i dipendenti "Burgo" non sono stati ancora rimpiegati.
Così. in data 29 gennaio 2013 abbiamo incontrato Domenico Menna, ex dipendente "Burgo", portavoce dei lavoratori, e gli abbiamo chiesto delucidazioni in merito al progetto "IN.TE".
"Per comprendere questa vicenda - ci ha detto Menna - dobbiamo fare un salto indietro al 2006, quando l'allora Sindaco Ricci venne a sapere che la cartiera stava per chiudere". 
A tal proposito, dalla delibera n.339 del Consiglio Comunale del 9 marzo 2012 avente come oggetto "Odg del Consigliere Alessandro Giardinelli: Progetto In.Te.", traiamo le "verità" nascoste sulla "maledetta" vicenda della chiusura "Burgo" e sul progetto "IN.TE", svelate dalle parole dell'ex Sindaco di Chieti Dott. Francesco Ricci escusse dalle carte della delibera consigliare che fino ad ora non hanno trovato diffusione sugli organi d'informazione:
Io vorrei rifare un attimo la storia di quello che è successo sotto la mia Amministrazione per la crisi Burgo.
La crisi Burgo comincia nel 2006 quando io ero Sindaco da poco più di un anno, quando venimmo convocati il Senatore Legnini, l'allora Presidente della Provincia Tommaso Coletti e la mia persona da quello che era il Direttore Aziendale si chiamava Ing. Cristiano, il quale ci disse con molta franchezza "caro Sindaco se qui non si risolve il problema del costo dell'energia, se non riusiamo ad abbassare i costi dello stabilimento questa azienda in 2 anni chiude". 
Noi chiaramente uscimmo disperati da questo incontro perché tutto potevamo fare meno che accettare una soluzione di quel tipo e chiedemmo "ma se noi troviamo qualche soluzione per la soluzione di questo problema è possibile che la fabbrica rimane?" dice "ci proviamo, facciamo il piano industriale e vediamo quello che si può fare, entro 12 mesi dateci una risposta".
Io lì mi attivai per cercare la soluzione energetica perché sapevamo, come sappiamo tutti, che il costo dell'energia allo Scalo è un costo molto elevato per cui le aziende hanno grandi difficoltà, contattai  una azienda che avevo conosciuto per motivi diversi per cercare di trovare una soluzione alla produzione di energia della Burgo e quindi si parlò di pirolizzare il fango di cartiera. "VERITA'" NASCOSTA ! ! !
Il fango di cartiera fu mandato a Terni e  penso che qualcuno se lo ricorda, fu mandato a spese personali, fu mandato a Terni da questi signori  quali dissero che era un fango che aveva pochissima capacità di tipo energetico che però si poteva pensare ad un progetto.
Preparammo il progetto, lo presentammo ma contemporaneamente la Burgo dopo un anno decise di chiudere l'azienda. 
E' un'azienda d'amministrazione controllata e ci chiedemmo il perché di questo atto proditorio senza alcun preannunciamento in un momento di grande crisi, vi ricordo anche quello che è successo nel 2008 che la Giunta Regionale finì dietro le sbarre e quindi sicuramente chi aveva responsabilità dal punto di vista amministrativo non c'era più e andammo a Roma alla prima riunione, io spero che ci sia qualche sindacalista, qualcuno della RSU presente che ricordi quella prima riunione, in quella prima riunione  ci accorgemmo che qualcuno si era venduto il sito di Chieti nel senso che comunque il Sindacato Nazionale ci disse " mi dispiace Chieti chiude rimane aperta Sora". "VERITA'" NASCOSTA ! ! !
Li avemmo un colpo notevole e ci demmo subito da fare per cercare la soluzione e la prima soluzione che io cercai di trovare fu una soluzione assolutamente alternativa che è quella di chiamare il Presidente della Lega Coop Abruzzo e di chiedergli "visto e considerato che gli operai della Burgo dicevano che il sito produceva una carta di ottima qualità e che era una carta ancora vendibile e che a Chieti il problema era che non c'era l'attività di marketing, ma il marketing si faceva a Torino, il marketing di Chieti si faceva a Torino è possibile che noi facendo una cooperativa fra i lavoratori riusciamo a risolvere il problema?" Lì facemmo un errore fondamentalmente che è quello di non confrontarci subito con l'azienda ma preparammo anche lì un piano industriale, 6 mesi anche lì fatto gratuitamente da alcune persone di buona volontà lo presentammo alla Burgo e la Burgo ci disse "tutto posso tollerare meno che un concorrente sul territorio abruzzese, un concorrente che poi mi rompe l'economia" perché è chiaro che se noi fossimo riusciti a produrre a Chieti una carta a prezzo inferiore rispetto a quello che produceva a Sora li avremmo massacrati. "VERITA'" NASCOSTA ! ! !
Ci presenterò il piano industriale perché le aziende sotto amministrazione controllata hanno loro la responsabilità, ed era un'azienda ad amministrazione controllata la Burgo, quindi non era un'azienda che stava bene, era un'azienda in prefallimento a livello nazionale e penso che ancora tuttora sia in amministrazione controllata, ci presentò il professionista che doveva risolvere il problema che era Domenico Merlino, noi dicemmo "ma è possibile che si sostituisca il Comune a questa cosa qui? Ci dissero "NO", ma ce lo dissero tutti, ce lo dissero i sindacati, ce lo dissero i lavoratori, ce lo disse l'azienda.... ci buttammo sul Progetto "IN.TE." perché il Progetto "IN.TE." sembrava che potesse in qualche modo.... è quella stessa azienda che voleva in qualche modo far sì che la Burgo potesse diventare una cooperativa di operai che producevano carta dimostrò la sua sensibilità poi sappiamo come sono andate le cose sul progetto della cooperativa Area oggi TEA, quindi non voglio stare a fare polemica con niente e con nessuno però questa è la storia, questo è quello che è successo.
L'ultimo atto che ho fatto a dicembre 2009 prima di perdere le elezioni è stato quello che quando il responsabile del Progetto "IN.TE." chiedeva il permesso al Comune di iniziare le demolizioni ho scritto di mio pugno, spero che questa cosa si ritrovi negli archivi del Comune di Chieti, si può demolire solo quando ci sarà l'elenco delle aziende con il numero dei dipendenti e le persone che verranno riassunte.....
Allora io credo che questa idea di lavorare su un progetto globale che prevede tutta la Val Pescara, che prevede tutti quei terreni, tutti quei progetti che c'erano perché quei progetti c'erano e penso ci sono ancora e che possa far sì che gli operai Burgo siano in prima fila perché chiunque apra oggi in Val Pescara pensi come è stato detto già da altri quindi non mi voglio ripetere, pensi a risolvere i problemi, ebbene io sono assolutamente convinto che questa è la strada da fare e mi auguro che questa strada possa trovare giovamento perché sono assolutamente convinto che la crisi sociale della nostra città nasce dalla crisi Burgo perché credo che tutto quello che è venuto poi l'impoverimento della nostra città, quella che è stata la crisi Burgo un pò sia l'epifenomeno ma anche un pò la causa di tutta questa evoluzione.
Quindi io mi auguro che questo procedimento e questo lavoro che si sta facendo possa avere una soluzione definitiva ma sopratutto sono disponibile a lavorare fianco a fianco a chi ha dimostrato che vuole risolvere questo problema.
In conclusione,  probabilmente, ci sono stati ad alti livelli "sporchi giochi" orchestrati non si sa da chi che hanno fatto chiudere la cartiera teatina che fino al 2008 aveva bilanci in attivo e lasciato senza lavoro tantissime persone in  cassa integrazione. Se venissero confermate queste manovre descritte dall'ex Sindaco Ricci, comprenderemmo sicuramente le cause che  hanno impedito il  rilancio economico dell' area ex Burgo di Via Piaggio nel cuore commerciale ed industriale della città di Chieti, che in realtà subisce ormai da anni la mortificazione di ogni sua esigenza ed aspettativa di sviluppo, probabilmente per ragioni  occulte diverse da quelle della collettività.
Noi del Circolo culturale "Marco Porcio Catone il Censore", ci poniamo fin da oggi l'obiettivo di monitorare l'evoluzione della situazione rendendo informata la cittadinanza.

Delibera del Consiglio Regionale dell'Abruzzo VIII Legislatura del 28.10.2008 con Consigliere Segretario Aceto che ha fissato il vincolo d'uso per 99 anni dell'area ex Burgo per fini esclusivamente industriali ed artigianali.

Tabella riepilogativa delle società che hanno firmato il contratto di rete "IN.TE" e che hanno dei lotti territoriali nell'area ex Burgo per svolgere delle attività produttive riassumendo parte dei dipendenti della Burgo: Feral, Vera, Regeneration Materials, Italpol, Corti, It Sistem, Hst Italia Spa, Ital Prefabricati, C.N.A., Modellismo, Fas, Icoven, Meccanica Project, Frilog, Piquadro, Dinamica, Siem
Firme degli enti che hanno aderito all'Accordi di Programma "IN.TE"


lunedì 28 gennaio 2013

VIAGGIO NEI TESORI "NASCOSTI" DELL'ANTICA TEATE CON LA DOTTORESSA SANDRA LA PENNA DEL MUSEO DELLA CIVITELLA


Viaggio ideale nel Museo della Civitella fra le bellezze dell'Antica Teate dove sono stati ricostruiti in miniatura tutti i siti archeologici: per chiudere il cerchio sullo stato del patrimonio archeologico della città di Chieti, Cristiano Vignali del Circolo culturale "Marco Porcio Catone il Censore" ha intervistato per la Sovrintendenza Archeologica la dottoressa Sandra La Penna del Museo della Civitella che in questo video ci parla delle Terme Romane e del Parco Archeologico. La dottoressa riferisce che l'Anfiteatro della Civitella è stato chiuso a causa di interventi di consolidamento della struttura contro il dissesto idrogeologico. La funzionaria della Sovrintendenza, dopo che gli è stato riferito dell'interessamento del Direttore della Confartigianato Daniele Giangiulli per la riapertura al pubblico del Parco Archeologico al fine di organizzare eventi che possano sfruttare al meglio la struttura sia dal punto di vista turistico - culturale che commerciale, si è mostrata entusiasta e favorevolissima all'intervento dei privati nella gestione delle strutture poiché attualmente la Sovrintendenza opera con i pochi fondi che ha. Sullo stato delle Terme Romane, ormai chiuse da decenni, la dottoressa La Penna ci dice che, finalmente, in occasione del prossimo "Maggio Teatino" 2013 grazie all'intervento dell'Università e dell' "Archeo Club" teatino a cui è stata data in affidamento la struttura, il sito archeologico verrà riaperto al pubblico almeno in questo periodo in cui si potrà ammirare lo splendido mosaico di epoca romano imperiale attualmente coperto da un inestetica copertura in legno. Per le Terme Romane  ci sarà la possibilità di potersi collegare ad internet col proprio telefonino e veder ricostruita virtualmente la struttura in tutto il suo splendore. La portavoce della Sovrintendenza archeologica smentisce che la mancanza attuale di un Sovrintendente penalizzi sostanzialmente l'attività dell'ente, ma è la penuria dei fondi il problema maggiore. Infine, auspica che finalmente possa essere firmato l'Accordo di Programma tra la Direzione Regionale dei Beni Culturali, il Comune e la Provincia di Chieti.



Continua il viaggio fra le bellezze nascoste del Museo Archeologico della Civitella dei ragazzi del Circolo Culturale "Marco Porcio Catone il Censore", capeggiati da Cristiano Vignali in compagnia della Dottoressa Sandra La Penna. La dottoressa nella splendida sala dei Templi italico - romani, annuncia la volontà della Sovrintendenza di rinnovare  l'accordo con il Comune per la gestione dei Tempietti Romani. Illustra per i nostri amici alcune delle bellezze presenti nel Museo. Infine, promette maggiori controlli per quanto riguarda gli atti vandalici, precisando che, nonostante  i siti archeologici teatini  sono il posto più controllato della città, non si è riuscito ancora ad individuare gli autori delle scritte sulle mura romane.

mercoledì 23 gennaio 2013

IL PRESIDENTE DELLA CONFARTIGIANATO DI CHIETI, DOTT. DANIELE GIANGIULLI E IL RILANCIO DEL PARCO ARCHEOLOGICO DELLA CIVITELLA DI CHIETI
A seguito del clamore e dello sdegno suscitato dai nostri video denuncia sul degrado e sull'abbandono dei siti archeologici di Chieti, le forze imprenditoriali teatine stanno iniziando a scendere in campo per dare la loro disponibilità per gestire, come abbiamo auspicato, i siti archeologici di Chieti. A tal proposito, ecco l'intervista di Cristiano Vignali al Dott. Daniele Giangiulli, Presidente della Confartigianato di Chieti, che propone di rilanciare il Parco Archeologico della Civitella tramite la gestione dei privati con l'organizzazione di eventi costanti per tutto l'arco dell'anno nell'area. Egli si pone come punto di riferimento delle forze imprenditoriali, politiche e istituzionali in un possibile tavolo di concertazione fra il Comune, la Provincia, la Sovrintendenza e la Direzione dei Beni Culturali regionale a cui si accinge a presentare un progetto di rilancio del Parco. 
Circolo "Marco Porcio Catone il Censore"


lunedì 21 gennaio 2013


DOTTORESSA MARIA PAOLA LUPO ( Ufficio Cultura Comune di Chieti )SULLO STATO DEI SITI ARCHEOLOGICI TEATINI

DIFFICILE REALIZZARE I PROGRAMMI SENZA CHIAREZZA NELLA GESTIONE  E SENZA ADEGUATI FONDI MINISTERIALI 

Nonostante i siti archeologici della città di Chieti sono sotto la tutela della Sovrintendenza Archeologica del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è doveroso sottolineare che anche le Province ed i Comuni, insieme alle Regioni e allo Stato, hanno il dovere di assicurare e sostenere, per missione istituzionale, ex art.1, comma 3 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, la conservazione del patrimonio culturale presente sul territorio, favorendone la fruizione e la valorizzazione, assolvendo alle relative funzioni in ragione delle rispettive proprietà. Dunque, ciascuno di questi soggetti è perciò deputato a svolgere programmi, azioni e progetti volti alla conservazione e alla valorizzazione di beni ascritti al patrimonio culturale presenti sul territorio regionale, provinciale e comunale. Pertanto, come avevo annunciato nel video sui Tempietti Romani, l' "Osservatorio Teatino" del Circolo Culturale "Marco Porcio Catone il Censore" , è andato ad intervistare anche la funzionaria responsabile dell'Ufficio Cultura del Comune di Chieti, la Dottoressa Maria Paola Lupo, per avere delucidazioni sulle reali ragioni dello stato di abbandono e di degrado dei siti archeologici teatini.  A tal proposito, la Dottoressa Maria Paola Lupo, ci dice che il Comune di Chieti al fine di dare valenza di accordo strategico all'insieme delle iniziative ministeriali, regionali, provinciali  e comunali, tese alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio archeologico teatino, integrandole con quelle che dovessero risultare di specifico interesse per altri soggetti (anche privati) che volessero condividerne i contenuti, ha elaborato il "Piano Strategico di Sviluppo Culturale del territorio comunale". Per la sua ottimale attuazione,è stato firmato il 16 novembre del 2010, a L'Aquila, un "Protocollo d'intesa" tra il Ministero per i Beni e le attività Culturali (rappresentato dal Direttore Regionale Anna Maria Reggiani), la Provincia e il Comune di Chieti (rappresentate rispettivamente dal Presidente Enrico Di Giuseppantonio e dal Sindaco Umberto Di Primio) per lo sviluppo e l'attuazione delle attività di valorizzazione e di fruizione del patrimonio culturale del territorio cittadino, che a causa della esiguità delle risorse economiche ministeriali ( solo 170.000 euro dal 2006 al 2010 ai siti archeologici teatini), è a rischio di sottoutilizzo se non addirittura di perdita. Il protocollo "risponde a criteri di economicità di gestione, di efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa, anche in considerazione della limitatezza delle risorse di parte pubblica disponibili per l'assolvimento dei sopra ricordati compiti istituzionali" e scaturisce a seguito della disponibilità della Provincia e del Comune di Chieti a sostenere le politiche di valorizzazione e piena fruibilità del patrimonio culturale teatino e dall'intenzione della Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell'Abruzzo, nell'ambito della propria attività istituzionale, di affiancare e  sostenere, nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà, la volontà degli Enti locali coinvolti di concorrere alle politiche di gestione dei beni culturali. Il protocollo d'intesa ha come oggetto la firma di un futuro "Accordo di Programma" con cui le parti contraenti stabiliscono che l'attuazione dei contenuti del "Piano Strategico di sviluppo culturale del Comune di Chieti", finalizzato alla conservazione, valorizzazione, gestione e promozione del patrimonio culturale della città, costituisce obiettivo comune di rilievo strategico prioritario per le rispettive politiche d'intervento nel settore dei beni culturali. Gli ambiti di intervento seguono determinate linee strategiche di valorizzazione proprie del Piano Strategico comunale, tese al raggiungimento dei seguenti risultati:a) Miglioramento della conservazione dei beni oggetto dell'accordo e delle aree connesse, mediante la programmazione ed il sostegno di tutti i conseguenti interventi di studio, prevenzione, manutenzione, restauro del patrimonio storico - artistico ed architettonico, nonché sostegno agli interventi di recupero, adeguamento funzionale e riqualificazione di detto patrimonio finalizzati alla piena fruibilità. b) Predisposizione di percorsi di visita e di itinerari, anche integrati, idonei ad assicurare migliori condizioni di fruizione e di valorizzazione degli istituti e dei luoghi della cultura oggetto dell'accordo. Nell'ambito delle suddette linee strategiche,il Ministero, la Provincia e il Comune di Chieti hanno all'epoca concordato di conseguire i seguenti obiettivi: 1)Garantire la conservazione, il recupero e la valorizzazione di tutti i beni mobili ed immobili ricompresi nel patrimonio culturale  individuato in base agli ambiti di intervento, garantendone la fruizione pubblica e sviluppandone i valori culturali; b) progettare, promuovere e realizzare percorsi turistici  e itinerari di visita cittadini e regionali che assicurino al patrimonio archeologico in oggetto un ruolo importante nella costruzione di circuiti turistici e culturali territoriali; c) realizzare strumenti innovativi di conoscenza, di documentazione e di educazione al patrimonio culturale, idonei a consentire ai visitatori di seguire, anche contestualmente al loro svolgimento, le attività di restauro sia del patrimonio archeologico, architettonico, nonché storico - artistico, oltre che quelle di valorizzazione dell'intero patrimonio culturale; d) promuovere ed organizzare attività formative, stipulando apposite convenzioni con le Università e le scuole di ogni ordine e grado, anche per l'elaborazione e l'attuazione di progetti formativi di aggiornamento e dei connessi percorsi didattici, nonché per la predisposizione di materiali e di sussidi di carattere divulgativo e promozionale. Quindi, nell'adempimento di questo protocollo, i sottoscrittori si sono  impegnati a novembre del 2010, dopo la necessaria concertazione sui suoi contenuti, a sottoscrivere l'Accordo di Programma, eventualmente allargato anche ad altri soggetti interessati ai contenuti del "Piano Strategico di Sviluppo Culturale" del Comune di Chieti, entro tre mesi dalla sua sottoscrizione; ma "campa cavallo che l'erba cresce": a tutt'oggi, ad oltre due anni di distanza,  come ci conferma la Dottoressa Maria Paola Lupo, non è stato firmato ancora nessun "Accordo di Programma", e gran parte degli obiettivi prefissati sono ancora "lettera morta".Così i siti archeologici teatini "ammuffiscono" a causa all'inoperosità delle istituzioni. A tal proposito, la Dottoressa Lupo, ci dice che attualmente, solo i Tempietti Romani, che sono sotto la gestione comunale (almeno fino al 31 gennaio 2013), sono in buono stato di manutenzione; ma tutti gli altri siti archeologici che sono sotto la tutela diretta della Soprintendenza come abbiamo visto nei video sono in pessime condizioni. La Dottoressa Lupo infine precisa che la mancata nomina di un nuovo sovrintendente ritarda l'attuazione dei programmi, e finché questo non avverrà,sarà difficile realizzare concretamente a pieno gli obiettivi del "Piano strategico di sviluppo culturale" del territorio comunale, che rischiano di slittare alle calende greche

sabato 19 gennaio 2013

BISOGNA TENERE APERTI I TEMPIETTI ROMANI DI CHIETI PER SFRUTTARNE A PIENO LE POTENZIALITA'


Dopo aver mostrato lo stato di manutenzione degli altri siti archeologici dell'antica Teate, ora è arrivato il momento dei Tempietti Romani.
I Tempietti, siti nel cuore della città romano - imperiale, consacrati ai Deoscuri, nel Medioevo Chiese di San Pietro e San Paolo, sono a tutt'oggi in buono stato, poiché non presentano né lussureggianti erbacce, né sporcizia. Essi sono stati affidati dalla Soprintendenza alla gestione diretta del Comune di Chieti che ci ha realizzato una sala conferenze e un info point turistico e li fa periodicamente ripulire, anche grazie all'aiuto di alcune associazioni di cittadini. L'unica "grave" pecca del monumento, è che purtroppo è a tutt'oggi un pò trascurato: i vandali hanno rotto i cartelli descrittivi con la storia e la mappa dei Tempietti, mentre il cancelletto della ringhiera di sicurezza del quarto tempietto sito in gran parte sotto le poste centrali, è stato divelto. Ma la cosa peggiore purtroppo, è che attualmente il monumento è pressoché sempre chiuso, poiché per entrarci c'è bisogno di chiedere l' autorizzazione scritta all'ufficio competente comunale. Pertanto, visto che a fine gennaio scadrà l'affidamento del monumento al Comune, auspicando che sia rinnovato, si spera che venga tenuto più spesso aperto al pubblico, perché solo così potranno essere sfruttate le enormi potenzialità turistiche, culturali e commerciali di questo come degli altri siti archeologici teatini. Per fare questo, è necessario creare un tavolo permanente tra la Soprintendenza, il Comune, la Provincia di Chieti e tutte le forze economiche ed imprenditoriali cittadine e non, interessate a prendere in gestione tali strutture per fare business tramite l'organizzazione permanente di eventi.

venerdì 18 gennaio 2013



PROBLEMI DI VIABILITA' A CHIETI CENTRO ALL'INCROCIO FRA PIAZZA GARIBALDI E VIA FEDERICO SALOMONE

La signora Rosaria Odorisio, intervistata, segnala difficoltà alla circolazione di veicoli e dei pedoni nei pressi dell'incrocio fra Piazza Garibaldi e Via Salomone, a causa della eccessiva larghezza e dell'altezza del marciapiede davanti l'ex distretto militare, dal lato opposto al bar e alla scuola guida site nei pressi. La signora, che passa da quella strada per tornare a casa dal lavoro, riferisce alle nostre telecamere di come sia difficoltoso per un automobile girare da Piazza Garibaldi verso la Pietragrossa a causa dell'anomala larghezza del marciapiede, sopratutto quando passano gli autobus e quando si parcheggiano lungo la strada davanti al bar  le macchine in divieto di sosta che riducono la carreggiata stradale e dunque anche lo spazio di manovra per girare. Inoltre, il marciapiede appare troppo alto, rendendo difficoltoso se non impossibile l'attraversamento di invalidi in carrozzella o delle mamme con bimbo in passeggino. Pertanto, la signora chiede ai settori lavori pubblici e traffico del Comune di Chieti di intervenire per quanto di competenza al fine di abbassare il livello e diminuire la larghezza del marciapiede. Infine, chiede ai vigili urbani di controllare maggiormente la zona, affinché non vengano più parcheggiate le macchine in divieto di sosta, né lungo via Salomone davanti al bar e alla scuola guida, né sul marciapiede in prossimità dell'intersezione stradale tra Piazza Garibaldi e la stessa Via Salomone, vicino alla porta carraia dell'ex distretto militare, attualmente sede di parte degli uffici della Questura di Chieti.

mercoledì 16 gennaio 2013


ALL'ARENA DELL'ANFITEATRO DELLA CIVITELLA DI CHIETI VA IN SCENA IL "CANTIERE A CIELO APERTO"

Rifiuti alimentari, di cantiere e scenografici del Presepe Vivente, scritte sui muri di fidanzatini che in preda a spasmi amorosi, che gli hanno annebbiato il cervello, hanno avuto l'infelice idea di imbrattare con scritte di vernice spray nera le mura romane di età imperiale, telecamere che sembrano spente o comunque cieche: questo è lo scenario che i ragazzi del circolo culturale "Marco Porcio Catone il Censore" si sono trovati di fronte entrando nell'anfiteatro romano della Civitella alcuni giorni fa. Addirittura, voci nei corridoi degli addetti ai lavori riferiscono che prima del Presepe Vivente del 6 gennaio scorso, l'anfiteatro era un vero "cantiere a cielo aperto". Pertanto, si chiede alla soprintendenza di intervenire per quanto di sua competenza affinché la struttura venga bonificata, rimessa a norma e riaperta al pubblico per essere data magari in affidamento al Comune che la dia in gestione a qualche privato per valorizzarla e utilizzarla ai fini turistici.

PIU' RISPETTO PER TEATE, LA CITTA' DEL PELIDE ACHILLE

martedì 15 gennaio 2013

IL DEGRADO DELLE TERME ROMANE DI CHIETI

Dopo aver visitato il complesso del Parco Archeologico della Civitella di Chieti, i ragazzi del circolo culturale Marco Porcio Catone, capeggiati da Cristiano Vignali, si sono spostati con la loro videocamera presso il sito delle Terme Romane. Anche qui la struttura appare abbandonata, chiusa al pubblico con lussureggianti erbacce e una discarica abusiva a cielo aperto lungo la scarpata. La struttura è all'abbandono, priva di telecamere, alla mercé dei vandali e dei ladri di reperti archeologici. Il prezioso mosaico, che adornava il pavimento dei locali della struttura di epoca romano imperiale, appare coperto solo da un telo e da una tettoia in legno. Questas situazione è veramente inconcepibile per una città che ambisce ad essere la capitale culturale e storica della regione e  che mira a fare del turismo culturale uno degli strumenti per rilanciare e riqualificare il centro storico. Finché i siti archeologici teatini non si bonificheranno, non si metteranno in sicurezza con telecamere funzionanti e non si renderanno nuovamente aperti al pubblico come i musei anch'essi tristemente chiusi, il progetto del turismo culturale teatino resterà solo una chimera. Si potrebbe creare un biglietto unico fra i vari poli culturali della città per permettere ai turisti di visitarli e portare avanti una efficace politica di marketing fra istituzioni e imprenditori del turismo provinciali e regionali al fine di portare visitatori in città. Pertanto si chiede alle autorità competenti comunali e della soprintendenza di intervenire per quanto di loro competenza, affinché il sito delle terme romane venga bonificato dalle erbacce, messo in sicurezza con telecamere funzionanti, e venga pulita la discarica abusiva  lungo la scarpata mettendo il cartello di "divieto di scarico". Fatti tutti questi interventi, si chiede di riaprire le terme romane al pubblico, in modo tale da renderle una attrazione turistica cittadina.


IL PARCO ARCHEOLOGICO DELLA VERGOGNA TEATINA


In questi giorni l'attenzione dell'opinione pubblica teatina ha puntato i suoi riflettori sullo stato di conservazione e manutenzione del patrimonio archeologico della città di Chieti, a seguito della originale e suggestiva scelta di allestire le scene del Presepe Vivente ai Tempietti Romani e all'Anfiteatro della Civitella. Così, i ragazzi del circolo culturale "Marco Porcio Catone il Censore", capitanati da Cristiano Vignali, si sono introdotti nel Parco Archeologico, sul cui stato di conservazione non si sapeva più nulla da tempo. Entrando nel sito, come si evince dalle forti e crude immagini che si commentano da sole, si mette a nudo l'estremo degrado in cui si trova la struttura, incustodita, con telecamere non funzionanti, piena di rifiuti e di lussureggianti erbacce, in balia dei vandali. Persino il Museo archeologico della Civitella, che, come recita il cartello, dovrebbe essere aperto al pubblico, è  tristemente chiuso. Sicuramente, questo non è il modo di conservare il patrimonio artistico e storico della città più antica d'Abruzzo, che mira ad essere un punto di riferimento storico e culturale per tutta la regione. Immaginate, cosa succederebbe se Pompei, Ercolano, il foro romano di Assisi o quello di Spoleto fossero in queste condizioni? Sicuramente, in questa città, una grande ondata di sdegno si alzerebbe dall'opinione pubblica  locale. Invece, a Chieti, tutto omertosamente tace, la città muore lentamente con il suo patrimonio storico accumulato nel corso dei secoli che lentamente l'incuria, l'ignoranza e l'inoperosità dei responsabili stanno dilapidando e distruggendo. Spero che queste immagini che si commentano da sole, scuotino le coscienze della cittadinanza e delle autorità competenti,affinché l'area venga bonificata e resa fruibile alla popolazione e ai turisti, creando un sistema  museale -archeologico - artistico - monumentale integrato fra i vari siti artistici e archeologici teatini, risorsa che se ben sfruttata contribuirebbe sicuramente a rilanciare il turismo e il commercio cittadino.