L'Assessore Dario Marrocco
Nei giorni scorsi le modalità di assegnazione delle Case Popolari del Comune di Chieti sono finite in Procura. Denunce contro il Sindaco, gli Assessori competenti e i responsabili comunali dell'Ufficio Casa. A tal proposito, sentiamo cosa ha dichiarato l'Assessore al ramo del Comune di Chieti, l'Avv. Dario Marrocco, che ha risposto alle nostre domande, al fine di fare luce su questa vicenda.
1)
Qual è il panorama che Lei, come Assessore alle Politiche per la
Casa, ha trovato al momento del Suo insediamento?
“Fin
dall’atto del mio insediamento, avvenuto alla metà del Gennaio
scorso, mi sono dovuto immediatamente rendere conto del fatto che la
situazione del settore, in città, è estremamente difficile. Ci sono
più di 300 domande solo per il Bando Integrativo 2012, che nella
maggior parte dei casi vanno ad aggiungersi a coloro i quali erano
già stati inseriti nella graduatoria ad oggi ancora valida,
risalente al 2009, ed in cui sono inseriti almeno 200 richiedenti. In
più ci sono da gestire le situazioni di emergenza, come quelle –ad
esempio- di coloro i quali subiscono degli sfratti esecutivi e degli
indigenti”.
2)
Ci parli della gestione dell' Ufficio Casa Comunale che ha ereditato?
“Va
preliminarmente sottolineato come, aldilà di tutte le numerose
differenziazioni giuridiche possibili, le case assegnate dal Comune
vadano suddivise tra quelle per le quali si segue la graduatoria di
cui sopra (quelle da bando) e quelle per cui sussistono i criteri
proprii della cosiddetta emergenza abitativa (case non da bando). Le
statistiche comunicatemi dall’Ufficio parlano di una media che si
aggira sui 15 alloggi complessivamente assegnati all'anno, a fronte
di tutte queste richieste. All'interno di quel numero così risicato,
una percentuale non superiore al 30% può essere assegnata fuori
bando, a fronte dei casi di emergenza abitativa ed in presenza dei
relativi requisiti. Parliamo, dunque, di cifre irrisorie a fronte
della drammaticità della crisi sociale ed economica che stiamo
vivendo anche in Città”.
3) D’accordo, ma come avviene l'assegnazione delle case comunali?
“La
graduatoria per le case da bando (il 70% circa) è fatta da una
commissione esterna rispetto all’Ufficio Case, e questo anche a
garanzia della trasparenza degli esiti e, quindi, nell’interesse
della stessa cittadinanza. Lo scotto da pagare è, probabilmente,
costituito da una maggior lentezza nelle correzioni. Essa è
presieduta da un alto magistrato, peraltro non di Chieti, e comprende
rappresentanze sindacali, nonché dell'Ater e del Comune. Diverso è
il discorso relativo a quella percentuale di case assegnate esulando
dagli esiti del bando. Esse venivano assegnate a fronte di casi
ritenuti di urgenza, con larghi margini di discrezionalità per colui
che assumeva la decisione. E’ essenziale ricordare come questa
prassi sia stata adottata pressocchè da tutte le Amministrazioni
Comunali che si sono succedute nel dopoguerra, e che –peraltro- non
costituisse di certo una prerogativa teatina, atteso che in molte
realtà si era adottato un criterio assolutamente similare.
Sempre
sulla scorta della stessa prassi, era insorta la consuetudine per cui
l’assegnazione fosse considerata atto di Giunta, cioè proveniente
dal vertice politico e non da quello amministrativo del Settore.
Questa prassi trovava spazi anche sulla scorta di previsioni
legislative che si prestavano a diverse interpretazioni. Così, ad
esempio, la L.R. Abruzzo 96/96
si
limita a dire: “il Comune valuta”, “il Comune assegna”, senza
individuazione specifica della figura competente a tal fine; questo è
proprio quanto avvenuto nell' art. 15 di detta Legge, relativo
proprio alle assegnazioni per i casi di emergenza. Motivo per cui
concordo con coloro i quali pensano che, in linea generale, la prassi
richiamata sia rimasta inalterata nel tempo nella buona fede delle
amministrazioni succedutesi. Tutto questo fino al 14 Febbraio ultimo
scorso”.
4)Voi avete apportato qualche modifica per migliorare la situazione?
4)Voi avete apportato qualche modifica per migliorare la situazione?
“Si,
ora le cose sono radicalmente cambiate. E’ bene ricordare come già
la sesta Commissione Consiliare, con un lavoro preparatorio
importante, avesse sottolineato l’attualità del problema ed
avanzato proposte sul punto. Invero, aldilà della buona fede alla
quale facevo riferimento, la procedura adottata –proprio per la
discrezionalità quasi totale che la permeava- lasciava dei coni
d’ombra, che si traducevano in sfiducia del cittadino circa la
trasparenza ed onestà delle assegnazioni. Le vicende giudiziarie
apparse sui media negli ultimi mesi (sul cui merito, ovviamente, non
entro, limitandomi a ribadire la piena fiducia dell’Amministrazione
tutta sull’operato della Magistratura) hanno ovviamente rafforzato
simili sensazioni.
Partendo
dal lavoro della VI commissione, ed a fronte dell’urgenza che
sollecitava risposte immediate, la Giunta Municipale ha approvato la
delibera 14 febbraio 2014, n.1807, che ha ribaltato tutte le
precedenti prospettive in materia di assegnazione alloggi per i casi
di emergenza abitativa.
Si
è restituita totale trasparenza, perché sono stati stabiliti
criteri ben precisi e predeterminati che hanno già portato alla
pubblicazione di un avviso e che permetteranno dalla seconda metà di
questo mese di avere una apposita graduatoria anche per questi casi.
Già oggi, quindi, e salvo i miglioramenti che il Consiglio Comunale,
all’esito dei lavori della competente Commissione, vorrà
apportare, non vi è più alcuna possibilità di assegnare alloggi al
di fuori di una graduatoria. Nessuna valutazione discrezionale.
Nessuna possibilità di favoritismo. Inoltre è stato chiarito che le
assegnazioni sono atti di competenza dirigenziale, e quindi non è
l’Assessore o la Politica in genere a provvedere in tal senso.
Resta il problema endemico della carenza di alloggi, che è
gravissimo e sarebbe stato tale qualunque criterio si sarebbe voluto
adottare; ma credo che il cittadino apprezzerà come – avendo a
disposizione numeri scarsissimi di alloggi per l’emergenza, e le
decine di casi umanamente e socialmente disperati- l’Amministrazione
abbia fornito a ciascuno la garanzia che nessuno sarà “scavalcato”
arbitrariamente ”.
5)Cosa
è avvenuto con il signor Franco C. che ha sporto denuncia? “I
dati in mio possesso hanno permesso di ricostruire il caso concreto
al quale Lei fa riferimento, e posso dire che ritengo di conoscerlo
personalmente ed in via diretta. Posso allo stato riferirLe che
l’interessato si è reso protagonista di un’occupazione abusiva
di immobile, prontamente segnalata agli Organi competenti. Innanzi al
rifiuto dell’Ufficio si “sanare” la di lui “irregolarità”,
e ritenendo di avere diritto ad avere un alloggio sulla scorta di
un’attesa che quegli riferisce pluri-decennale, ha mal digerito la
circostanza per cui TUTTI ora devono seguire la graduatoria ed ha
segnalato il caso a delle testate giornalistiche; da esse apprendo
che il richiedente avrebbe sporto la querela alla quale Lei fa
riferimento. Reato presunto, a quanto mi è dato leggere, “omissione
di atti di ufficio” per non aver, evidentemente, accettato di
assegnargli l’immobile occupato. Attendo con assoluta serenità gli
sviluppi, conscio di essere nel giusto”.
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