Il candidato nelle file del Partito Socialista, il biologo Nicola Simone in Provincia di Pescara per D'Alfonso Presidente si presenta agli elettori, ci parla dei programmi da realizzare e ci dice perché votare per i Socialisti anche oggi.
Curriculum vitae
Nome NICOLA
Cognome SIMONE
Nato a CHIETI
Il 12/05/1969
Residenza CITTA’ SANT’ANGELO (PE)
VITA,STUDIO e LAVORO
Nasco all’ospedale di Chieti e vado a
vivere in un paesino alle pendici della Majella, San Valentino in
Abruzzo Citeriore.
Mio padre è operaio (elettricista)
alla Montedison di Bussi. Mia madre è casalinga. Famiglia umile di
gente che vive col sudore della propria fronte. Passo i primi 7 anni
della mia vita in una piccola fattoria in campagna, per poi
trasferirmi in paese.
Sono molto bravo a scuola e prendo
sempre il massimo dei voti, ma ho un carattere, diciamo,
“esuberante”.
Mio padre intanto smette di lavorare a
causa di un incidente sul lavoro, che gli alscia i polmoni bruciati
da una fuga di cloro.
Presa la licenza media (voto: ottimo)
scelgo una scuola professionale, l’ IPSIA di Popoli perché fin da
bambino ho la passione per la chimica.
Le estati mi do da fare in piccoli
lavori e a 15 anni ho già il mio libretto di lavoro.
Mi diplomo nel 1988 con 56/60 (voto più
alto di tutta la scuola) e inizio già a ricevere le prime offerte di
lavoro. I miei genitori tuttavia insistono affinchè io prosegua
negli studi.
Scelgo dunque la facoltà di Scienze
Biologiche a Perugia, dove mi mantengo facendo lavori di ogni tipo
(ditte di spurghi, cameriere, buttafuori, barista, montatore mobili,
facchino, aiuto elettricista ai concerti).
A Perugia imparo molto bene sia inglese
che francese, insieme a un po’ di tedesco, di arabo, di spagnolo.
Dopo diverse vicissitudini, tra cui il
servizio militare e la malattia di mio padre e sua successiva morte
dovuta all’incidente subìto, nel 1997 vinco un concorso al MiPAF
come “operatore tecnico” grazie all’iscrizione nelle categorie
protette e all’anzianità di disoccupazione.
Avevo lasciato l’università a esami
finiti e profondamente deluso a causa di litigi con alcuni
professori. Una volta iniziato a lavorare, riprendo in mano la mia
vita (avevo finito gli esami già da parecchi anni, mi mancava la
tesi)e mi laureo nell’anno accademico 1999-2000 con 100/110.
Poco dopo mi sposo con Claudia, che
attualmente è mia moglie nonché consigliera e lucidissima analista
politica (e ancora mi tiene, non è ben chiaro il perché).
Nel 2003 finisco i tre anni di attività
di ricerca post laurea effettuati presso l’Istituto Sperimentale
per la Elaiotecnica di Città Sant’Angelo e all’attivo ho già
diverse pubblicazioni internazionali.
Nonostante le mie evidenti capacità
tecniche, linguistiche, informatiche e progettuali, non riesco a
vincere nemmeno un concorso (su 55 !!) e allora decido di passare a
part time, aprire una mia piccola attività e occuparmi di consulenze
e docenze.
In quegli anni sviluppo molti progetti
per scuole superiori e enti di formazione, attirando fondi e creando
formazione e occupazione (ITAS Cuppari di Alanno, IPSAA Cepagatti,
ENFAP Pescara, ENFAP Roseto, ENFAP Penne).
L’esperienza con partita IVA termina
nel 2011 a causa dell’elevata pressione fiscale e per motivi
familiari.
Attualmente lavoro ancora presso lo
stesso istituto di ricerca dove iniziai, e sono responsabile di
alcune schede di ricerca.
Sono peer reviewer di diverse riviste
scientifiche internazionali.
ESPERIENZA POLITICA.
Provengo da famiglia socialista da
generazioni.
Inizio ad interessarmi alla politica
nel 1984 a 15 anni, entrando nella FGCI. Le tematiche che subito mi
interessano sono l’ambiente e il disarmo nucleare.
L’attivismo
A causa di dissidi interni con la FGCI
(questione “Vendola”) io e molti altri “stracciamo” la
tessera di partito nel 1987-88
Nel 1989-90 partecipo attivamente
all’occupazione universitaria del movimento “La Pantera” a
Perugia, in chiave di responsabile del servizio d’ordine e della
logistica della Facoltà di Scienze. Sono mesi intensissimi di
dibattito aperto e multilaterale, dove per la prima volta si realizza
un dibattito politico che non si vedeva dagli anni ’70, ma senza la
fase violenta. E’ un ‘esperienza profonda di democrazia diretta e
partecipata.
All’indomani dell’occupazione,
deluso dai tentativi dei partiti istituzionali di “mettere il
cappello” al movimento, decido di continuare l’attivismo al di
fuori degli schieramenti, appoggiando associazioni ambientaliste, di
cittadini, di quartiere, di volta in volta.
Intorno al 2000 mi riavvicino a quello
che resta del Partito Socialista, in qualità di “osservatore”.
Attendo il progetto “Rosa nel pugno” per ricominciare ad
impegnarmi all’interno di un partito politico e riprendere, dopo
anni, una tessera di partito. Resto profondamente deluso dalla
politica e successiva debacle della giunta Del Turco in abruzzo e per
un po’ di tempo resto fermo, salvo poi ripartire con più slancio
all’interno del neonato Partito Socialista Italiano, di cui tuttora
sono segretario provinciale della federazione di Pescara e
Consigliere Nazionale.
PENSIERO POLITICO
Sono aperto al dialogo con tutte le
forze politiche salvo quelle che ledono in qualsiasi modo la dignità
dell’essere umano. Tutte le componenti della società devono essere
rappresentate, e dunque gli equilibri devono essere costruiti sempre
con grande intelligenza, educazione ed empatia reciproca, se vogliono
durare e contribuire a rendere salda una società. Questa è la mia
ricetta base nel confronto politico.
Ovviamente per appartenenza, le fasce
di popolazione che mi sento di rappresentare principalmente sono
quelle legate alla conoscenza e al lavoro tecnico, e in particolar
modo il ceto medio-basso dal quale provengo e cui sono ancora
legatissimo. Credo che la ricetta giusta per tenere insieme il
tessuto sociale sia puntare su formazione prima e occupazione poi.
Formazione poiché non c’è civiltà se non c’è conoscenza. E’
l’ignoranza, la mina che farà saltare i pilastri della società
moderna. L’occupazione invece, oltre al suo ruolo evidente di dare
sostentamento ai soggetti e alle famiglie, aumenta intrinsecamente il
livello di tolleranza di una società. Quando si è nel benessere,
nell’agio, globalmente vi è una maggiore predisposizione alla
solidarietà verso chi non ha, verso chi è più debole. La pancia
vuota, se associata all’ignoranza, aumenta notevolmente i conflitti
sociali, razziali, religiosi, etnici.
CONCLUSIONI
In 30 anni di attivismo politico non ho
mai preso un incarico, non mi sono mai piegato ai compromessi
“sporchi” né ho mai fatto lo “yes-man”, pagando spesso
questa mia indipendenza con l’emarginazione e spesso contro il mio
stesso interesse personale. Non importa. La strada giusta da seguire
è la strada della correttezza, della coerenza, dell’impegno
sociale, dell’interesse collettivo superiore ad ogni interesse
personale. Nessuno può togliermi l’integrità morale e politica
che mi contraddistingue.
E sfido chiunque a dimostrare il
contrario.
Nessun commento:
Posta un commento