(ASI) - Chieti - Il Centro Interculturale in Piazza San Pio X nella zona del Villaggio Celdit di Chieti Scalo ha ospitato martedì 2 settembre dalle 17.30 alle 19.30 la presentazione del libro "Boicottare Israele. Una pratica non violenta" (Edizioni Derive e Approdi) a cura di Alfredo Tradardi e Diana Carminati. Sono intervenuti all'evento oltre diversi curiosi e appassionati della tematica mediorientale, il coautore Alfredo Tradardi, attivista dell' "International Solidarity Movement" e alcuni esponenti della comunità palestinese locale. L'incontro è organizzato dalla Rete di solidarietà con la Palestina e pace nel Mediterraneo Abruzzo/Molise. Gli autori del libro, partendo dal
fatto storico che negli ultimi anni lo Stato di Israele ha accentuato
una politica di segregazione e repressione nei confronti dei
Palestinesi che in molti hanno definitio peggiore dell'apartheid
sudafricana, si pone la domanda: Cosa fare di fronte a una situazione
politica che rende la reclusione di un'intera popolazione una
condizione durevole?
Il 9 luglio 2005, a un anno dal parere
della Corte Internazionale di Giustizia che invitava Israele a
smantellare il “muro dell'apartheid”, oltre 170 organizzazioni
della società civile palestinese, in rappresentanza sia dei profughi
e dei palestinesi che vivono in Cisgiordania e nella Striscia di
Gaza, sia dei cosiddetti “arabi israeliani” hanno rivolto alla
coscienza civile del mondo democratico un appello a fare contro
Israele quello che fu fatto contro l'apartheid in Sudafrica:
boicottaggi, disinvestimenti e sanzioni. Proposta già sostenuta da
alcuni intellettuali israeliani, come Ilan Pappé, e Tanya Reinhart,
e da diversi opinionisti occidentali come Naomi Klein. Questo libro,
pertanto, spiega le ragioni della necessità del boicottaggio nei
confronti del complesso culturale militare- industriale israeliano,
che si configura oggi, secondo gli autori, come la sola reale
alternativa alla violenza.
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