lunedì 20 giugno 2016

IL RACCONTO DELLA RAPINA AL TRICALLE


Abbiamo intervistato la titolare del negozio al Tricalle "Un Bagno di Coccole", vittima di una rapina, per ricostruire precisamente, passo dopo passo, quanto accaduto.


Cos’è accaduto nel negozio venerdì 17 giugno?

«Stavo con la porta aperta perché stavo dando una pulita al negozio e stavo preparando il secchio per lavare per terra, quando a un certo punto sento la voce di un uomo che mi chiedeva in maniera molto tranquilla se fosse possibile prendere un appuntamento, al che sono andata nell’altra stanza dove ho la scrivania, mettendomi di faccia alla scrivania e di spalle all’ingresso. Hanno chiuso la porta e una donna mi ha aggredito prendendomi il braccio dalle spalle, all’indietro. Mi ha fatto molto male».

Poi cos’è successo?

«La donna mi ha preso per i capelli facendomi sbattere la faccia due o tre volte contro il muro…poi mi ha fatto stendere per terra e si è messa con le ginocchia dietro la mia schiena reggendomi ancora il braccio. Dopodiché continuavano a chiedere (urlando) dove fossero i soldi e l’uomo rovistava buttando tutto per terra. Ad un certo punto mi si avvicina al viso col coltello e dice che se non gli dicevo dov’erano i soldi avrebbero fatto “un macello”. L’uomo ha continuato a rovesciare tutto e ha preso anche i soldi, cosa che ho scoperto in un secondo momento e poi mi hanno dato prima lui e poi lei un calcio allo stomaco. Non contenti, hanno dato un calcio anche al mio cane e sono andati via indisturbati lasciandomi per terra. Hanno preso 90 euro. Erano italiani, sui 40 anni, accento locale»

Lei attualmente come si sente?

«Sono scossa, ovviamente».

Quando pensa di tornare a lavoro?

«Non so…il prima possibile, perché dopo tutti i sacrifici che ho fatto per questa attività…»

Nessuno ha sentito niente?

«No, pare di no, anche perché non c’era nessuno in quel momento».

Lei cosa si sente di chiedere alle autorità? Maggiori controlli?

«Purtroppo questi sono malviventi che, come diceva anche il Maresciallo dei Carabinieri, si guadagnano la giornata facendo queste cose a me e ad altri malcapitati. Le istituzioni fanno già tanto, non ho nulla da rimproverare, i Carabinieri sono arrivati subito. E' normale chiedere maggiori controlli. Purtroppo, però sono cose che capitano».

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