Domenica 14 giugno 2015 i
cittadini di Chieti saranno chiamati alla scelta del Sindaco che
amministrerà la città per i prossimi cinque anni.
La scelta è fra l'Avv.
Umberto Di Primio, candidato per il centrodestra, primo cittadino
uscente (dirigente giovanile Msi nei primi anni Novanta del
Novecento, Vice Sindaco e Presidente del Consiglio Comunale con
Cucullo a cavallo fra gli anni Novanta e i primi del Ventunesimo
secolo e Consigliere Comunale di opposizione durante il quinquennio
“Ricci”), e il candidato di centrosinistra l'Arch. Luigi Febo,
una lunga gavetta come geometra e già Assessore ai Lavori Pubblici
nella Giunta “Ricci”.
Ma, soprattutto,
semplificando le cose, lo scontro sarà fra due modi diversi di
intendere la città. L'Avv. Di Primio, che fa della sua lunga
esperienza amministrativa il suo punto di forza, è un candidato
libero dai poteri forti regionali e incarna la visione dei
“teatinocentrici”, cioè di coloro che vogliono uno sviluppo di
Chieti integrato, ma autonomo rispetto alla connurbazione che negli
ultimi trenta anni si sta sviluppando nella Vallata.
Con la visione
“teatinocentrica”, secondo alcuni per certi versi superata, si configurerebbe una città
che metterebbe insieme servizi con i Comuni limitrofi, ma, che
comunque sia manterrebbe una sua indipendenza, nel pieno della
tradizione storica cittadina che vuole Chieti avere una identità
molto forte che affonda le radici nella grecia antica e nei popoli
italici che non è mai venuta meno, permettendo alla città di
superare anche momenti molto bui come quelli della “Tarda
Antichità” in cui con la crisi, la caduta dell'Impero Romano e le
invasioni barbariche (allora i “Germani” oggi “gli Africani”)
si è vissuta una situazione molto simile alla nostra, secondo il
principio dei “corsi e ricorsi storici” di vichiana memoria, in
cui Chieti (all'epoca Teate), col crepuscolo delle istituzioni
statali (allora romane, ora italiane), è stata svuotata di alcune
competenze per assumerne delle altre (a tal proposito, vedi la mia
opera “Chieti nella Tarda Antichità”, “La Voce dei Marrucini”,
Chieti 2015) e solo grazie alla sua forte identità, capace di
adattarsi al mutare dei tempi, e alla tenacia dei suoi cittadini è
riuscita a sopravvivere nei secoli e a non scomparire in quel lungo
periodo chiamato Medioevo durato mille anni, come avvenuto invece ad
altri centri cittadini.
Mentre, l'Arch. Luigi
Febo, appoggiato dal governo regionale di centrosinistra, incarna la
visione dei cosiddetti “metropolitanocentrici”, cioè di coloro
che, invece, vedono lo sviluppo di Chieti inserito, insieme ad altri
Comuni nel contesto di una vera e propria città metropolitana, dove
ogni azione dei centri abitati della vallata deve essere
prevalentemente tesa alla crezione di una vera e propria grande
città, dove ogni area svolge competenze e funzioni in base alle
esigenze più generali del contesto metropolitano, dove ci sono
Comuni più forti di Chieti a livello politico ed economico.
La visione
“metropolitanocentrica” potrebbe anche portare inizialmente dei
vantaggi alla città con la riqualificazione delle aree abbandonate e
con la rivitalizzazione del commercio cittadino, ma nel contempo
potrebbe anche mettere a serio rischio la sopravvivenza
dell'identità storica – cittadina di Chieti e la possibilità di
ogni forma di sviluppo urbano autonomo.
Ormai la nascita della
connurbazione nella Vallata è un dato di fatto, dunque Chieti dovrà
per forza di cose riqualificarsi e seguire nuove strategie di
sviluppo urbano (con un potenziamento della visione della identità
teatina, non più chiusa al “Colle”, ma aperta a tutti i
quartieri cittadini), ma è ovvio che la città, anche per il bene
della sua popolazione, dovrà farlo da attore principale e non da
anonima comparsa e questo sarà possibile solo con un forte potere
politico.
Pertanto, ogni cittadino
che sarà chiamato al voto domenica 14 giugno 2015, dovrà prima di
andare a votare farsi un esame di coscienza e scegliere qual'è la
soluzione più idonea per il futuro della nostra città.
Personalmente, è dalla
battaglia per la difesa del Capoluogo di Provincia del 2012 che mi
batto in prima linea affinché Chieti possa avere un futuro degno del
suo glorioso passato e nel segreto dell'urna di certo non mi
discosterò da questa mia convinzione.
Poi se i fatti mi
smentiranno, lo dirà la storia, comunque sia io non tradirò Chieti,
e chiedo ad ogni Teatino che tiene a cuore le sorti di questa città
, di non tradirla.
Dott. Cristiano Vignali
Storico
e Politologo teatino
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