martedì 20 ottobre 2015

Un tour per il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise





Il PNALM (Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise), è compreso nelle province dell’Aquila, di Frosinone nel Lazio ed in quella di Isernia nel Molise. Una escursione classica autunnale è quella della Valle di Rose e della Valle Jannanghera, per raggiungere il rifugio di Forca Resuni. La partenza è Civitella Alfedena AQ per la Valle di Rose, mentre per la Valle Jannanghera, dalla  strada statale 83 per Barrea AQ, all’altezza della Sorgente Sambuco a 1140 m, dove inizia una evidente carrareccia con l’indicazione del segnavia del Parco K6.                                                                                                                         Io Lelio e Sergio, scegliamo la Valle Jannanghera, che è molto più lunga della Valle di Rose, ma è più selvaggia. La fitta faggeta ci accompagna sino a 1750 metri, alla fine della Valle Risione. Purtroppo non è una bella giornata e ci sono nuvole basse in alto, verso il rifugio. Il percorso all’inizio ha poco dislivello. Sentiamo il bramire di un cervo, prepariamo le macchine fotografiche, ma il rumore di un mezzo meccanico, un boscaiolo, rompe il silenzio ed il cervo fugge. Dopo 4 Km di sterrata, arriviamo alla sorgente Valle Jannanghera. Un ponte in legno ci fa attraversare il torrente ed il sentiero inizia a salire. I faggi sono tutti coperti da muschio e licheni, ce ne sono tanti che hanno dimensioni, sia per l’altezza che per il tronco, veramente eccezionali. Qualche tronco sembra raffigurare un animale, siamo nel bosco…, altri… sono morti. Si esce in una radura, vediamo il cielo, la speranza è sempre l’incontro con i cervi…  Ripartiamo, il sentiero diventa più ripido sino a raggiungere un’altra radura, all’inizio della valle Resione. A 1750 m usciamo dalla faggeta, la nebbia è più fitta, il sentiero  ha il fondo brecciato con qualche roccia, è più difficoltoso. Una roccia enorme solitaria si intravvede, è a 1850 m, ormai il rifugio di Forca Resuni è vicino. Lo raggiungiamo a 1952 m, in tre ore. Una bella accoglienza…, vento forte, freddo, nebbia e acqua mista a neve. Il rifugio è pieno di escursionisti, bisogna coprirsi meglio, consumare in fretta il panino e ripartire. Non si vede niente! Ripercorriamo in discesa la stessa valle, bisogna raggiungere in fretta il bosco perché così si è protetti dal vento. Ora ci rilassiamo e il cinguettio degli uccelli ci accompagna. Il silenzio, le foglie che cadono. Già… le foglie. E’ difficile, impossibile descrivere il loro colore. Nessun pittore sarà in grado di riprodurli.
Mentre cammini, ci sono momenti in cui il bosco assume il colore arancione, la luce e le foglie producono questa meraviglia. Ti fermi, godi, chiudi gli occhi, l’immagine viene impressa nella mente e poi scatti una foto. I chilometri iniziano a farsi sentire, ma siamo vicini alla macchina.

Luciano Pellegrini

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