Il PNALM (Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise), è compreso nelle province dell’Aquila,
di Frosinone nel Lazio ed in quella di Isernia nel Molise. Una
escursione classica autunnale è quella della Valle di Rose e della Valle
Jannanghera, per raggiungere il rifugio di Forca Resuni. La partenza è
Civitella Alfedena AQ per la Valle di Rose, mentre per la Valle
Jannanghera, dalla strada statale 83 per Barrea AQ, all’altezza della
Sorgente Sambuco a 1140 m, dove inizia una evidente carrareccia con
l’indicazione del segnavia del Parco
K6.
Io Lelio e Sergio, scegliamo la Valle Jannanghera, che è molto più
lunga della Valle di Rose, ma è più selvaggia. La fitta faggeta ci
accompagna sino a 1750 metri, alla fine della Valle Risione. Purtroppo
non è una bella giornata e ci sono nuvole basse in alto, verso il
rifugio. Il percorso all’inizio ha poco dislivello. Sentiamo il bramire
di un cervo, prepariamo le macchine fotografiche, ma il rumore di un
mezzo meccanico, un boscaiolo, rompe il silenzio ed il cervo fugge. Dopo
4 Km di sterrata, arriviamo alla sorgente Valle Jannanghera. Un ponte
in legno ci fa attraversare il torrente ed il sentiero inizia a salire. I
faggi sono tutti coperti da muschio e licheni, ce ne sono tanti che
hanno dimensioni, sia per l’altezza che per il tronco, veramente
eccezionali. Qualche tronco sembra raffigurare un animale, siamo nel
bosco…, altri… sono morti. Si esce in una radura, vediamo il cielo, la
speranza è sempre l’incontro con i cervi… Ripartiamo, il sentiero
diventa più ripido sino a raggiungere un’altra radura, all’inizio della
valle Resione. A 1750 m usciamo dalla faggeta, la nebbia è più fitta, il
sentiero ha il fondo brecciato con qualche roccia, è più difficoltoso.
Una roccia enorme solitaria si intravvede, è a 1850 m, ormai il rifugio
di Forca Resuni è vicino. Lo raggiungiamo a 1952 m, in tre ore. Una
bella accoglienza…, vento forte, freddo, nebbia e acqua mista a neve. Il
rifugio è pieno di escursionisti, bisogna coprirsi meglio, consumare in
fretta il panino e ripartire. Non si vede niente! Ripercorriamo in
discesa la stessa valle, bisogna raggiungere in fretta il bosco perché
così si è protetti dal vento. Ora ci rilassiamo e il cinguettio degli
uccelli ci accompagna. Il silenzio, le foglie che cadono. Già… le
foglie. E’ difficile, impossibile descrivere il loro colore. Nessun
pittore sarà in grado di riprodurli.
Mentre
cammini, ci sono momenti in cui il bosco assume il colore arancione, la
luce e le foglie producono questa meraviglia. Ti fermi, godi, chiudi
gli occhi, l’immagine viene impressa nella mente e poi scatti una foto. I
chilometri iniziano a farsi sentire, ma siamo vicini alla macchina.
Luciano Pellegrini
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