Fazioso tentativo dei poteri forti
regionali di boicottare il giusto riconoscimento che il Governo vuole
assegnare a Chieti, quale polo storico – culturale della Regione
Abruzzo, dopo anni di scippi subiti dalla città del Pelide Achille
a favore di Pescara e L'Aquila in tutti i settori.
Infatti, secondo quanto riportato dalla stampa locale, sarebbe
intenzione del Ministero dei beni culturali di accorpare la
Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio d'Abruzzo a quella Arcehologica
che ha sede proprio a Chieti, con l'istituzione, in ogni Regione
d'Italia, delle Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio
tramite l'unione delle due Sovrintendenze, quella teatina ( archeologica) e quella aquilana ( belle arti
e paesaggio), in un'unica sede che sarebbe stata individuata a
Chieti.
Secondo lo schema ministeriale, le nuove Soprintendenze saranno 39 e divise in 7 aree funzionali, disegnate
tenendo conto del numero degli abitanti, della consistenza del
patrimonio culturale e della dimensione dei territori. Con un'unica
Direzione Generale Archeologia, belle arti e paesaggio per coordinare
le Soprintendenze su tutto il territorio nazionale.
Se questa riforma andrà
in porto senza intoppi, nel Capoluogo di Regione di L'Aquila,
resterebbe comunque sia la Soprintendenza speciale unica archeologica,
artistica e paesaggistica per la città dell’Aquila e i Comuni del
“cratere” ( con la Segreteria Regionale), mentre Chieti, che già
ospita a Villa Frigerj il
polo museale d’Abruzzo,
avrebbe la sede della nuova Soprintendenza unificata in Via degli
Agostiniani.
Ma da L'Aquila, già
stanno tentando di mischiare le carte per cercare di far ricadere al
loro favore la decisione governativa di accorpamento, adducendo che
la scelta di Chieti come sede unica, possa essersi trattato di un
errore (???), usando come pretesto che ovunque in Italia, la sede è
nel Comune Capoluogo di Regione; e la solita scusa della città
“terremota”, per cui a L'Aquila è tutto dovuto a discapito del resto dell'Abruzzo.
E' evidente come, L'Aquila, dal 2009 a questa parte,
facendo "comunella" con Pescara, con cui sembra aver stretto una sorta di “patto
d'acciaio”, per spartirsi la Regione, sta cercando di accaparrarsi pressoché ogni risorsa locale, facendo piazza pulita degli altri capoluoghi come Chieti e
Teramo.
Ma, in realtà, in caso
di accorpamento della Soprintendenza
Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, non ci sarebbe nessuno scippo ai
danni di L'Aquila, ma solo il riequilibrio di una situazione che ha
visto troppe volte Chieti soccombere, con decisioni prese a livello
politico tese a ridimensionare, depotenziare e smantellare le risorse
della città del "Pelide" Achille che negli ultimi anni ha quasi sempre
mostrato dell'eroe omerico solo il punto debole del tallone, a tal
punto che è stato tragicomicamente coniato il detto “Chieti e ti
sarà dato”.
Tra l'altro, in caso di
creazione della Soprintendenza unica in Via degli Agostini,
resterebbero comunque sia, due uffici per parte fra Chieti e
L'Aquila, con la sede del segretariato regionale del Ministero e la
Soprintendenza unica dell’Aquila e dei comuni del cratere
(istituita fino al 31 dicembre 2019 e prorogabile) nel Capoluogo
Regionale e la Soprintendenza Bella Arti e Paesaggio, e il Polo
Museale nel Capoluogo Marruco. Mentre, se la nuova
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio non si accorpa a
Chieti, nella città del Pelide, resterebbe una sola sede, contro le tre de L'Aquila.
Invece, il rischio concreto è
che dietro questo tentativo di mischiare le carte e di confondere le
idee da parte della politica aquilana, si celi una trappola per
sottrarre a Chieti la Sovrintendenza Archeologica, ed evitare il
decentramento di risorse che da L'Aquila sono sempre stati restii a
concedere a Chieti per la tutela del patrimonio archeologico.
E' ovvio però che in caso di
creazione a Chieti della mega Sovrintendenza regionale unica, non ci saranno più alibi per la definitiva consacrazione della città di Chieti a polo storico
e archeologico dell'intero Abruzzo e non solo. La Sovrintendenza dovrà funzionare a pieno regime per la tutela del patrimonio.
Ma, per ottenere questo
importante riconoscimento che non farebbe altro che riconoscere un
ruolo che per vocazione dovrebbe appartenere all'antica Teate
Marrucinorum ( la città più antica d'Abruzzo e una delle più antiche d'Italia, ergo d'Europa) è necessario che l'opinione pubblica e la politica
teatina vigilino, affinché si scongiurino eventuali scippi ai danni
della città che andrebbero a dare il definitivo colpo mortale a Chieti che ha fin troppo pagato i tagli delle manovre finanziarie
al risparmio di questi ultimi anni.
Dott. Cristiano Vignali
Capo Reporter del
Censorino Teatino, Storico e Politologo
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