mercoledì 3 febbraio 2016

L'aeroporto è d'Abruzzo non solo nei momenti di difficoltà



Pubblichiamo la lettera di Francesco Brescia, sulla situazione di crisi che sta vivendo l'Aeroporto d'Abruzzo. 
Francesco Brescia è residente a Montesilvano (Pe), 40 anni, partenopeo di nascita, padre di un bambino di 9 anni, autore satirico ed attore per hobby.

L'Aeroporto di Pescara. Situato al confine tra Pescara e Chieti, l'Aeroporto di Pescara si chiama in realtà Aeroporto d'Abruzzo perchè un pezzo della pista si trova a Chieti, un altro a Pescara, e le due cittadine hanno a lungo litigato sul nome, come litigano su calcio, storia, geografia, hobby e tempo libero oramai da anni.
Ad ogni buon conto, l'Aeroporto d'Abruzzo tutti lo chiamano Aeroporto di Pescara, anche se i chietini preferirebbero farsi rigare l'Alfa piuttosto che pronunciare quella parola.
Dotato di un comodo parcheggio gratuito (il parcheggio di Auchan) e di un desolato parcheggio a pagamento, l'Aeroporto di Pescara ha alcuni negozietti al suo interno che vendono liquori locali, concarelle e pezze di formaggio, giusto per dare un tocco di internazionalità all'ambiente.
Un unico ingresso partenze, grande come una fioriera. Un'unica uscita arrivi, grande come un'altra fioriera.
Ha però un'ampia vetrata sul soffitto, frutto di anni di studi architettonici, che hanno permesso a centinaia di uccelli di schiantarvicisi contro ed estinguersi.
Però è piccolo, l'Aeroporto di Pescara. Finisce subito. Hai voglia a fare i giri intorno. Arrivi da là a là in un attimo. Dal check-in se lanci il bagaglio a mano puoi fare centro nella cappelliera dell'aereo.
L'Aeroporto di Pescara ha una decina di voli ogni giorno. Fa tenerezza, l'Aeroporto di Pescara. Gli altri Aeroporti lo prendono per il culo, ma lui è molto orgoglioso, come tutti gli abruzzesi, e se ne fotte.
Se ne fotte perchè comunque da Pescara vai a Bergamo con 19 euro. A  Francoforte con 35 euro.
A Parigi con 49 euro.
Oddio, vai.
Andavi.
Visto che tra poco Ryan Air abbandonerà l'Aeroporto di Pescara, dopo aver litigato con l'universo mondo della attentissima e lungimirante politica locale, coi consigli di amministrazioni, le tasse municipali, e chi si lamenta degli aiuti statali, e il Codacons, Magalli, Enzolavipera e Mirko dei Bee Hive.
Se ne va Ryan Air, e vanno a casa anche 60 lavoratori di Ryan Air, che perderanno il posto grazie ad attente operazioni di rilancio turistico del territorio.
E l'Aeroporto di Pescara, pian piano, vedrà i cespugli secchi rotolare sulla pista, i negozietti di ciffeciaff serrare i battenti, gli elicotteri preferire l'atterraggio sulle più comode ed ampie rotatorie montesilvanesi.
In pratica chiuderà.
Non prima di aver sostituito, il giorno antecedente la chiusura, l'insegna frontale con una nuova.
Per far titolare a tutti i giornali pescaresi: "Chiude per fallimento l'Aeroporto di Chieti".

Il Censorino  Teatino precisa: la pubblicazione delle lettere in redazione non significa necessariamente condivisione dei contenuti delle stesse, che lo ribadiamo: rappresentano pareri e posizioni esclusivamente personali,  per cui decliniamo ogni responsabilità.  Il nostro intento è di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, invitiamo i lettori ad approfondire sempre l'argomento trattato e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d'interpretazione.

1 commento:

  1. Un luogo che non sa vivere senza aiuti da parte dei contribuenti deve per forza di cose chiudere. Detto questo, ovviamente, il colpo di grazia arriva dalle aliquote del Comune di Pescara, ti volano sulla testa dalla mattina alla sera, creano inquinamento sonoro e probabilmente anche atmosferico, ma se ne fregano di dare due lire in più di tasse.

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