lunedì 13 maggio 2019

Chieti: dopo il successo degli eventi storici dell'11 maggio realizzare in città un cartellone di manifestazioni come già avviene per il Mastrogiurato di Lanciano



La città di Chieti può tornare ad avere un futuro degno del suo glorioso passato anche in un'ottica di più larga area urbana se riuscirà ad utilizzare per il meglio il suo pregiato ed elevato patrimonio storico - culturale che la rende una delle città più antiche d'Italia e d'Europa.
A dimostrazione di ciò l'11 maggio si sono tenuti a Chieti i festeggiamenti per i 3200 anni della fondazione della città, a cui hanno risposto migliaia di persone fra divertimento, storia e leggenda. 
A tal proposito, si è svolto in mattinata, procedendo da Piazza San Giustino fino alla Villa Comunale, il corteo storico che ho avuto l'onore di coordinare, organizzato da Ugo Iezzi e Mario D'Alessandro, con la collaborazione dell'Associazione Teate Nostra.
La sfilata ha visto la partecipazione di figuranti in maschera col Pelide Achille e la Ninfa Teti che erano al mio fianco alla testa del corteo, seguivano guerrieri Mirmidoni, legionari romani e  nobiluomini e nobildonne in costumi medievali. Chiudeva la sfilata la Banda Musicale di Chieti, diretta dal Maestro Marco Vignali.
All'arrivo del corteo, in Piazza Mazzini, nel cuore della Villa Comunale, è stata fatta la posa simbolica di un busto d'Achille, simile a quello che nel Cinquecento il Duca d'Alcalà sottrasse alla città, in attesa che le autorità concedano l'autorizzazione per la posa definitiva della statua realizzata dal maestro Tonino Santeusanio. A seguire è stato offerto un buffet a cura dello chef Santino Strizzi con prodotti di alcune aziende enogastronomiche locali. 
Nel pomeriggio si è tenuto "Lu Recchiappe", una antica gara lungo le vie del centro storico cittadino che non si faceva più dall'inizio del Novecento, riuscita a portare sul colle di Chieti migliaia di persone, grazie alla volontà e all'impegno di un gruppo di Teatini.
Il successo delle manifestazioni cittadine dell'11 maggio, legate alle tradizioni e al mito della fondazione del Pelide Achille della città di Chieti, l'Antica Teate Marrucinorum, dimostra quello da me più volte scritto, cioè che il rilancio di Chieti passa fortemente sulla promozione del marketing del suo nome e delle sue nobili origini che affondano nel mito di Achille con i suoi guerrieri mirmidoni, e per i luoghi, le iniziative storiche e i personaggi del passato e del presente che hanno portato e portano in alto il nome di Chieti.
A tal proposito, con la consapevolezza che una rondine non fa primavera, e che c'è bisogno di dare continuità a iniziative del genere, ho proposto l'anno scorso in tempi non sospetti, un mese fra primavera ed estate in cui si possano realizzare nella città di Chieti una serie di eventi rievocativi storici, culturali e ludici che coinvolgano anche i siti archeologici della città, prendendo esempio dal Mastrogiurato di Lanciano, ma non in chiave medievale come nel capoluogo frentano, bensì greco - romano - italica. 
Solo realizzando iniziative che valorizzino a pieno la storia, la tradizione, il mito di Teate, Chieti potrà  far sentire partecipi alle sorti della città le nuove generazioni, aprendosi alle nuove sfide del Terzo millennio.
(Nella foto di Sergio d'Andrea il sottoscritto alla.guida del corteo storico nella mattina dell'11 maggio per il Corso Marrucino di Chieti) 

Cristiano Vignali - Storico Teatino

1 commento:

  1. Caro Cristiano, questo scritto ti fa onore, visto che sei uno degli ultimi estimatori della città di Teate.Come tu ben saprai queste manifestazioni hanno bisogno di un "senso storico" e lu ricchiappe è stata una gran presa per il culo credimi. Di "cavalli lì non ce n'erano e il nome è stato mal utilizzato.Sio poteva parlare di "palio dedlle contrade" ma almeno si dovevano scegliere personaggi delle contrazde e non prezzolare dei professionisti, pagamdoli, per vincere e per percorrere 1 km e mezzo in pochissimi minuti.Poi vogliamo parlare della "banda" sei o sette elementi ! Ba dove è finita la tradizione delle bande di una volta? E il coro! Non ce n'era uno a Chieti? Prerchè farlo venire da fuori del "collle".Questi e tanti piccoli particolari, osservati da un altro studioso dei fatti della città di Chieti e delle altre città d'Abruzzo, mi lasciano un pochino perplesso.Se si scherza con la tradizione cittadina non mi sta affatto bene.

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