giovedì 30 gennaio 2014

CHIETI NELL'INDIFFERENZA PERDE LA SUA MEMORIA STORICA CITTADINA

La città di Chieti, nell'indifferenza, rischia di perdere ogni giorno parte della sua memoria storica cittadina. Infatti, anche se molti forse non ne sono a conoscenza, il Comune di Chieti ha un suo archivio storico, annesso nella parte posteriore dell'autoparco comunale, attualmente sito in Via Ettore Ianni, per intenderci la strada che dalla chiesa di Sant'Anna, costeggia il perimetro del cimitero e porta alle carceri di Madonna del Freddo e al Centro Residenziale "Levante". 

Ma, oggi, questo archivio che conserva alcuni documenti e libri di grande importanza storicarischia di essere dimenticato nell'indifferenza generale delle istituzioni e della cittadinanza, poiché a seguito della visita della Soprintendente Archivistica per l'Abruzzo  Dott.sa Maria Teresa Spinozzi, si è riscontrata l'urgenza di effettuare operazioni di scarto ed eliminazione di atti inutili e superflui in quanto, l'ultimo scarto è avvenuto nell'anno 1997, e, tra l'altro, ci sono pressanti richieste di deposito da parte di vari settori comunali quali: ufficio Pubblica Istruzione, ufficio Archivio e Protocollo, Ufficio Personale. 

Ci sono tra gli scaffali dell'archivio ancora diversi documenti depositati da catalogare, molti che devono arrivare, ed altri che sono stati spostati velocemente alla rinfusa dal piano superiore al deposito sito al piano terra per ragioni di sicurezza nel periodo del terremoto di L'Aquila del 2009.
 Questa situazione rende una buona parte dei documenti depositati nell'archivio di difficile visione, utilizzo e conoscenza, poiché ricercare per esempio un atto specifico fra montagne di documenti non catalogati, appare impresa veramente proibitiva, come cercare un ago in un pagliaio.
Per fare questo lavoro nel migliore dei modi, come richiesto dalla Dott.sa Luigia Ioannone, responsabile dell'Archivio Storico, ci sarebbe bisogno di due unità del personale comunale che possano collaborare nelle attività di archiviazione e catalogazione. Ma, a tutt'oggi, nonostante le richieste della responsabile dell'archivio comunale, tutto tace e i due operai comunali richiesti non si vedono e intanto le carte si impolverano, gli utenti giornalieri patiscono un disservizio a causa dell'ente, nonostante l'impegno profuso dalla responsabile dell'archivio.
Numerose e ripetute sono state le richieste da parte della responsabile dell'Archivio, il più delle volte eluse e non soddisfatte.
Ad esempio,  sintomatico il fatto che solo l'intervento diretto del Sindaco Di Primio abbia fatto rimettere in funzione il citofono dell'archivio storico comunale, fuori servizio da tempo. Praticamente, ogni giorno una parte della memoria storica cittadina rischia di andare perduta. 

Ecco come si presenta il deposito pianoterra dell'Archivio Storico Comunale di Chieti
dove sono stati ammucchiati i documenti durante il periodo del Terremoto aquilano del 2009.
Valutate voi se può rimanere in questo stato la documentazione senza una catalogazione e una selezione o se bisogna invece adoperarsi affinché vengano trovate urgentemente le due unità di personale comunale che possono fungere da ausilio all'attività della Dott.sa Luigia Ioannone.

L'archivio ha iniziato la sua attività di riordino, di catalogazione e di inventariazione di fonti documentarie, ivi depositate, nel gennaio 1995,data di accesso al pubblico alla consultazione di fonti documentarie che hanno permesso di esaminare aspetti molteplici della città di Chieti: ricerche incentrate sull'aspetto architettonico - urbanistico, come il carteggio relativo ai lavori per la realizzazione dell'attuale Corso Marrucino (Via Ulpia, Corso Galiani) e i lavori di costruzione del Camposanto di Sant'Anna, ricerche genealogiche condotte sui registri di stato civile (nati, morti,matrimoni,atti diversi e leva) che partono dal 1809 al 1930 e sui registri parrocchiali o stato delle anime e sul volume "numeratio dei fuochi della città di Chieti" del 1732 che prendono vita dai nomi e dai cognomi e che attraverso il lignaggio, rendono giustizia alle nostre comuni origini, facendoci sentire un tutt'uno con la comunità: cittadini dentro la storia. 
Immagine del volume "Numerazio de'Fuochi della Città di Chieti e suo distretto divisa in quattro parocchie" fatta nell'anno 1732. Più volte è stata richiesta per questo libro una teca per conservarlo nel migliore modo possibile. Ma, ogni richiesta è stata disattesa fino ad oggi.

Inoltre, ci sono nell'archivio atti e documenti di grande importanza storica come ad esempio la lettera del Negus d'Etiopia Menelik II quando venne riportato in Patria il corpo del giovane esploratore teatino Giovanni Chiarini.
Lettera del Negus d'Etiopia Menelik II

Questa situazione rischia di mettere in discussione gli obbiettivi che faticosamente si stanno cercando di raggiungere da anni, ossia in primis quello di trasformare l'Archivio da luogo deputato alla conservazione e allo studio degli atti e dei documenti, in ufficio per la ricerca storica allargata poiché si è avvertito sempre più il desiderio e la curiosità di accrescere le proprie conoscenze partendo da un contesto locale per comprendere avvenimenti che appartengono ad un contesto più ampio. Questo  è il valore della microstoria per giungere poi alla macrostoria e comprenderla meglio.
Da quanto finora esposto si evince l'importanza dell'Archivio Storico Comunale che conserva e tutela una preziosa documentazione, testimonianza del passato, cioè della memoria storica della città di Chieti che deve essere un patrimonio comune perché appartiene a ciascun cittadino. Per svolgere nel migliore dei modi possibile questi compiti, l'Archivio, deputato alla conservazione di un ricchissimo patrimonio storico - culturale, vuole indicare un percorso in cui esiste il diritto a progettare e ad attuare i progetti, a coinvolgere attivamente operatori ed utenti, sviluppandone capacità propositive e valorizzando e accrescendo allo stesso tempo, sapere e competenza tramite il coinvolgimento di Associazioni Culturali, Consorzio di Enti Pubblici e Privati, Scuole, Università e Fondazioni. Un risultato fondamentale è la realizzazione e la produzione di tesi di laurea di notevole importanza, di pubblicazioni di interesse storico, demografico, antropologico, mostre documentarie, visite guidate, stages e master. In questa prospettiva, l'archivio storico comunale ha proposto la creazione di un sito web con una rete di collegamento con gli altri archivi e biblioteche, costituendo così una banca dati permanente presso il Ministero degli Interni nella sezione Beni Culturali ed Ambientali e la realizzazione di una serie di attività per l'anno 2014: Pubblicazione "L'Archivio Storico Comunale di Chieti: dalle origini 1947 ai giorni d'oggi"; Mostra convegno e relativa pubblicazione "1884-2014: i 30 anni del Tiro a segno Nazionale sezione di Chieti"; Mostra documentaria e pubblicazione del relativo catalogo: "Una lieta consuetudine. 1834-1930 cent'anni di feste civili e religiose a Chieti in onore di San Giustino e approfondimenti".
Ma, tutti questi ambiziosi progetti che si stanno faticosamente cercando di realizzare, rischiano di essere compromessi se l'archivio continuerà ad essere trascurato dall'ente comunale e non riceverà i due tecnici richiesti dalla responsabile Luigia Ioannone per catalogare  il materiale documentario utile custodito e scartare ed eliminare quello superfluo. Inoltre, è doveroso dotare i documenti più antichi e importanti, come il "libro dei fuochi" di una teca che li protegga. Per far conoscere maggiormente i tesori dell'archivio e valorizzarli, sarebbe il caso eventualmente di spostare l'Archivio Comunale in una sede più idonea, al centro storico di Chieti, come ad esempio nell'ex ospedale militare alla Villa, attualmente in disuso, dove poter accogliere eventualmente sia l'archivio storico del Comune che ad esempio la Biblioteca Provinciale crollata e magari dei corsi universitari. Pertanto si chiede al Sindaco di Chieti, di intervenire al più presto affinché non venga meno un ulteriore pezzo della memoria storica cittadina nell'indifferenza generale.



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