La titolare del Mabù Federica Di Giovanni (20 anni)
Federica Di Giovanni, la titolare del Mabù, una delle poche realtà della città che movimentavano la "movida" teatina del sabato sera, ci spiega le ragioni della improvvisa chiusura del locale, e i motivi, secondo lei, per cui a Chieti è molto difficile aprire e gestire un locale ludico.
“Siamo arrivati al
punto in cui, non si poteva più lavorare, poiché tutte le sere fin
dall'apertura, a causa del vicinato che si lamentava, veniva in
continuazione la pattuglia delle forze dell'ordine che si domandava
il motivo per cui fosse stata chiamata. E gli agenti si rendevano
subito conto che non c'era alcun motivo reale di intervento. E non
potevamo più lavorare perché a causa di queste persone che
chiamavano insistentemente l'autorità giudiziaria, si stava
screditando il nome del locale agli occhi della clientela”,
ha
dichiarato la titolare del locale Federica Di Giovanni.
2)
Cosa pensa sia mancato in città per dare continuità alla
vostra attività?
“La
solidarietà delle istituzioni e di molte altre attività
commerciali. Purtroppo, in città manca una sorta di pianificazione
adeguata degli eventi ludici e delle zone dove poter aprire e gestire
attività di questo genere”. A
tal proposito, la titolare specifica che: “ come le ho già detto, il vicinato esercitava continue pressioni psicologiche e inviava
continue segnalazioni alle autorità anche pretestuose al solo fine
di boicottare l'attività e dunque far prendere sanzioni al nostro
locale. Quindi, ci siamo resi conto io e il mio socio Matteo che
anche se avremmo potuto vincere la “guerra”, sarebbe stata
comunque una vittoria di “Pirro”, perché l'impresa a livello
economico non valeva la spesa”.
3) Cosa speri che cambi nella mentalità e nella gestione del
fenomeno del “divertimento” in città?
“Spero
che si abbia più rispetto per persone che hanno in mente di
investire i propri risparmi, i propri capitali, al fine di aprire un
locale che possa valorizzare, pubblicizzare e rendere più
interessante anche a terzi la nostra città”. “La verità è che
- ci ha detto la
titolare
– molti Teatini
pensano un po', come avviene in molte parti d'Italia, ma a Chieti in
special modo, che l'erba del vicino è sempre più verde è dunque,
investono e spendono denaro sopratutto fuori. Molti cittadini pensano
di aver preso egoisticamente la città come un dormitorio. Questa è
la vera rovina del commercio cittadino insieme alla mancanza di una
adeguata programmazione e tutela da parte delle istituzioni”.
4)
Ha intenzione di aprire nuove attività per il futuro nonostante
quanto avvenuto?
“Io e il mio
socio, anche se scoraggiati e delusi dalla nostra esperienza,
riteniamo auspicabile aprire un nuovo locale in futuro, magari in
aperta campagna dove solo i galli potranno sentirsi disturbati con il
loro canto dalla musica”.
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