mercoledì 18 giugno 2014

VIA PRINCIPESSA DI PIEMONTE: "DA CASA DELLA CULTURA" A "CASA DELL' INCURIA"

Raccogliamo e pubblichiamo la segnalazione che ci ha fatto pervenire un gruppo di cittadini di Chieti che ci hanno chiesto di annoverare la vicenda che ci hanno esposto fra le "scandaloteche" della Chieti del XXI secolo.
Era prima una scuola, poi la sede di un'associazione culturale denominata "Free Speech", di giovani della Sinistra  per lo più studenti delle superiori e dell'università, che tra l'altro aveva subito anche un attentato nel giugno del 2010 da parte di giovani probabilmente appartenenti alla fazione politica avversa, "raid punitivo" alla sede in cui pare venne coinvolto anche il figlio allora minorenne di un noto esponente dell'allora Pdl.
Stiamo parlando della cosiddetta "Casa della Cultura"(così era denominata la sede dell'Associazione "Free Speech")  , nel pieno centro storico di Chieti, in Via Principessa di  Piemonte, vicino la Trinità per intenderci, che oggi pare essersi trasformata nella "Casa dell'Incuria".
L'ampio locale,   durante l'amministrazione "Ricci", venne dato in gestione a questa associazione culturale, un gruppo di giovani, tra cui anche figli di noti esponenti politici del centrosinistra locale e nazionale, con cifre di affito "di favore" che  pare siano veramente irrisorie.
Nella struttura, secondo quello che ci hanno raccontato,  c'è sempre stato un via vai di persone a ogni ora del giorno e della notte, considerato anche che molte persone erano in possesso delle chiavi. E spesso, magari, le istituzioni hanno chiuso anche un occhio, sopratutto quando la notte si faceva qualche evento e c'era  baccano con rumori molesti e musica ad alto volume.
Forse, le istituzioni hanno chiuso un pò troppo "un occhio" e da "uno" si è passato ad "entrambi gli occhi", perché nel corso degli anni la "Casa della Cultura" si è trasformata sempre più nella "Casa dell'Incuria", un vero e proprio scempio con sacchi dell'immondizia abbandonati, vetri rotti, muri imbrattati e suppellettili danneggiate, a testimonianza di come qualcuno probabilmente ha forse abusato di un bene pubblico che anziché essere valorizzato e presevato nel migiore dei modi possibili è stato vittima dell'incuria, della maleducazione e dell'inciviltà di chi non ha alcun senso civico della proprietà comune.
Quanto avvenuto, è stato presumibilmente favorito da recenti problemi avuti in seno all'associazione gerente (che secondo voci maligne pare che di fatto si sia smembrata), ma soprattutto da chi non ha vigilato e ha permesso che persone, non si sa se autorizzate o meno  continuassero ad incontrarsi nella struttura che si è trasformata da "tempio" del sapere e della cultura, in una specie di "tempio del Dio Bacco" con riti dionisiaci di ogni sorta e tipo, come ci hanno raccontato i  "nostri" segnalatori che non hanno nascosto il loro disappunto per la situazione di disagio che si è venuta a creare.
Tra l'altro, secondo le informazioni che ci sono state fornite, pare che la struttura sia attualmente occupata in modo abusivo, poiché pare che l'affitto mensile non sia stato pagato addirittura da anni.

Pertanto, considerata l'incuria e il degrado in cui versa la (ormai ex) "Casa della Cultura" di Via Principessa di Piemonte, considerata la grande penuria di sedi sociali comunali per le nuove e vecchie associazioni culturali che operano in città, considerate le voci che girano su una grave morosità che ci sarebbe per quanto riguarda il pagamento dell'affitto mensile, i cittadini segnalatori si chiedono:

Perché l'amministrazione comunale ancora interviene per ristrutturare, bonificare e riqualificare la struttura che come si evince dalle fotografie che ci hanno fornito versa nel degrado più assoluto? 
Perché, se ci sono dei gravi arretrati sull'affitto, la struttura non viene assegnata ad un nuovo gestore?
Perché non si fa nulla per fermare questo scempio che sta deturpando una proprietà pubblica?

Sono tutte domande che sarebbe il caso di girare al sempre gentile, simpatico e disponibile Assessore al Patrimonio del Comune di Chieti, Marco D'Ingiullo, che dovrebbe riferire alla cittadinanza come mai questa struttura si è ridotta in queste condizioni senza che nessuno intervenisse e cosa intende fare l'attuale amministrazione comunale per risolvere questo problema.




N.B.: A SCANSO DI EQUIVOCI, CI TENIAMO A PRECISARE ANCORA UNA VOLTA CHE IL "CENSORINO" SEGNALA DEI PROBLEMI E DEI DISSERVIZI CHE ARRIVANO DIRETTAMENTE DAI CITTADINI, NON ESPRIME LA PROPRIA OPINIONE PERSONALE SULLA VICENDA. DIAMO SPAZIO ALLA VOCE DELLA GENTE E SIAMO APERTI A QUALSIASI DIALOGO PURCHE' RIMANGA NELL'AMBITO DELLA CIVILTA'.



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