mercoledì 1 ottobre 2014

UNA RIQUALIFICAZIONE DELL'AREA "EX CELDIT" DEGNA DELLA SUA STORIA

Se l'antica Teate è uno dei simboli italiani della storia e delle tradizioni più antiche del nostro Paese, sicuramente lo Scalo rappresenta uno dei simboli della storia recente d'Italia, dei gloriosi anni dell'industrializzazione del Paese, del boom economico e del miracolo economico italiano, quando l'Italia sorprese il mondo avviando uno sviluppo industriale che trasformò definitivamente un territorio agricolo in un area urbanizzata e industriale. L'Abruzzo sicuramente fu uno degli esempi più riusciti di questa trasformazione, poiché la regione dei pastori "forti e gentili" si urbanizzò e si sviluppò ed esempio tipico di quanto avvenne è sicuramente la Val Pescara dove in pochi kmq sorse una conurbazione fra due città e un'area industriale di primo livello, a tal punto che l'area venne denominata appunto la "Vallata della Rinascita", rinascita dalla guerra, economica, sociale di un Paese, riscoperta della dignità, riscatto morale di gente umile che poteva finalmente vivere una vita decorosa.
 Questo avvenne in Abruzzo fra gli anni '50 e gli anni '60 del Novecento, finché diminuì sempre più l'intervento della politica nell'economia e nella società italiana e lentamente, ma inesorabilmente cominciò la deindustrializzazione del Paese, le prime chiusure, i primi licenziamenti, la cassa integrazione, la mobilità che colpirono ovviamente la zona industriale della Val Pescara che cominciò a sgretolarsi e l'area da Vallata della "Rinascita", divenne sempre più desolata. Così oggi, pare peccato dirlo, invece di contare le fabbriche e le aziende chiuse, facciamo prima a contare quelle che sono rimaste aperte, a tal punto che diversi  "ruderi" di impianti industriali abbandonati sono rimasti a testimonianza di quello che c'era e che non c'è più,come un museo di archeologia industriale a cielo aperto: si parla ad esempio dell'area abbandonata e in rovina dell'ex Zuccherificio e quella della ex cartiera "Celdit - Burgo". Su entrambe le aree sono da anni, se non da decenni, come nel caso dell'ex Zuccherificio, previsti dei progetti di riqualificazione, come ad esempio, un parco tematico di Toto nell'area dello Zuccherificio e il progetto di reindustrializzazione "In.Te" nell'area dove sorgeva la gloriosa cartiera "Celdit - Burgo".
 Proprio sulla ex cartiera "Celdit -Burgo", vale la pena di spendere due parole in questi giorni che c'è stato un accordo fra la Regione  e il Comune di Chieti per il procacciamento di fondi europei  per il definitivo decollo del progetto "IN.TE", elaborato dall'Ing. Domenico Merlino,  e speranza di lavoro per centinaia di famiglie che avevano un marito, un padre, un figlio, un fratello che lavorava nella cartiera teatina, affinché IN.TE. non resti "lettera morta" dopo cinque anni di stallo e venga trovata una soluzione che sia degna della gloriosa storia della "mitica" "Celdit" di Chieti Scalo.
A tal proposito, vale la pena ripercorrere a brevi tappe la storia della "cartiera" teatina, una storia che sembra iniziata come una favola, il sogno di un Paese, l'Itala, che finalmente unitosi alla meno peggio e consolidatosi voleva diventare grande, le cui ali sono state tristemente spezzate negli ultimi decenni.

ALCUNE NOTE CRONOLOGICHE SULLA CARTIERA DI MADONNA DELLE PIANE:

-ARTEFICE DELLA REALIZZAZIONE DELLO STABILIMENTO: Ing. Ottorino Pomilio nato a Chieti l'8 ottobre 1887. Lo stabilimento fu progettato durante il Fascismo in regime di AUTARCHIA decretato dall'Italia a causa dei provvedimenti di embargo presi dalle "Società delle Nazioni" in seguito alla conquista dell'Abbisinia del 1936.

1935-1940: Costruzione dello stabilimento "cellulosa d'Italia" (CELDIT) in un'area complessiva di 42 ettari.
1939-1942: Costruzione di n.48 palazzine bifamigliari ad uso di abitazione delle maestranze. Costruzione della Mensa Aziendale, Costruzione della infermeria aziendale.
Nota: PROCESSO DI PRODUZIONE CELLULOSA DA PIANTE ANNUALI: GROSS EN BIVAN - PROCESSO al CLORO/SODA. Materie Prime: Paglia di Frumento.
1940: Entrata in guerra dell'Italia nella Seconda Guerra Mondiale.
1943: L'esercito tedesco in ritirata verso il Nord decide di portarsi dietro tutti i macchinari dello stabilimento della Celdit che finiscono in una fabbrica della Cartiera Burgo in Lombardia.
1946: I macchinari vengono recuperati e riportati nello stabilimento CELDIT di Madonna delle Piane.
1947: Dopo faticosa ricostruzione la fabbrica riapre i battenti.
1948-1950: C'è una crisi e i lavoratori vengono licenziati in attesa di trovare i finanziamenti che infine arriveranno con i piani ERP (European Ricostruction Plan). Intanto, viene installata la prima macchina continua per la produzione di carta.
1951: Con i finanziamenti ricevuti lo stabilimento riprende il suo cammino sfruttando il rapporto di produzione cellulosa di paglia di grano con una capacità di 50 ton/giorno e il reparto CARTIERA con la prima macchina continua raggiungendo una produzione di 60 ton al giorno.
1960: Installazione di una seconda macchina da carta per arrivare ad una produzione di 80 ton al giorno.
1966-1967: Viene installata la terza macchina continua collegata alla Patinatrice per la produzione di carta patinata (per rotocalchi-riviste-libri d'arte ecc.ecc.) si ottiene così un aumento assai notevole di produzione.
1973: Viene smantellata la produzione della cellulosa di paglia con riduzione degli organici che dopo aver raggiunto un tetto massimo di 700 dipendenti si riducono a 500 di cui 98 impiegati.
1982: lo stabilimento Celdit viene commissionariato ma viene scongiurato il rischio di essere svenduto ad una società del gruppo Forest del Lussemburgo. La Celdit riesce, ancora una volta, a dimostrare di essere una fabbrica dalle "sette vite".
ANNI '80: Con una produzione di carte fini e finissime e carte patinate la Burgo rifornisce il mercato internazionale esportando in Germania, Inghilterra, Francia, Belgio, Stati Uniti e costituisce una fabbrica pilota e di riferimento dello sviluppo industriale ed economico della città di Chieti e dell'intera Vallata.
2000-2008: Inizia la lenta, ma inesorabile caduta: la proprietà dismette quasi per intero l'area del "Parco Paglia" vendendola a cooperative artigianali. La crisi investe la produzione e porta a programmare l'intervento della "Cassa Integrazione Guadagni" per lunghi periodi (Si parla di 52 settimane in due anni). Negli ultimi anni erano impiegati 300 lavoratori. Negli ultimi tempi è stato portato avanti il progetto "pirolisi di fanghi" di cartiera in grado di abbattere i costi di produzione, ma non riuscì comunque sia a garantire la continuità produttiva dello stabilimento. Negli ultimi anni gli investimenti si interruppero, non ci furono ammodernamenti degli impianti, preambolo della chiusura delle attività.
2009: Chiusura della attività e lancio il 1 Ottobre 2009 del progetto "IN.TE" per la reindustrializzazione e riqualificazione dell'intera area ad opera dell'Ing. Merlino. Il progetto IN.TE. prevede la creazione di centinaia di posti di lavoro con il riassorbimento di 71 lavoratori provenienti dalla ex Burgo nei seguenti settori: ricerca per l'energia rinnovabile e settori medicali; energia; edilizia; meccanica di precisione; informatica e telecomunicazione; ricettività e ristorazione; ingegneria avanzata; logistica; ambiente. Ma, c'è la necessità di fondi europei per far decollare il progetto.
2014: Sono passati cinque anni e nonostante le promesse, gli incontri politici - sindacali, le parole, non è stato fatto pressoché nulla di concreto per la riqualificazione della gloriosa area "CELDIT-BURGO".
30 SETTEMBRE 2014: Accordo fra la Regione Abruzzo, rappresentata dal Vicepresidente Giovanni Lolli e il Comune di Chieti, rappresentato dall'Assessore al Commercio e alle attività produttive, Avv. Antonio Viola, al fine di reperire dei fondi europei specifici per il decollo del progetto "IN.TE".

Ringraziamo il Dott. Manlio Madrigale (Comitato Regionale Sussidiarietà Orizzontale) per averci fornito le informazioni sulla storia della "Burgo - Celdit" di Chieti Scalo

SARA' FINALMENTE LA VOLTA BUONA AFFINCHE' DECOLLI IL PROGETTO "IN.TE" E SI DIA ALL'AREA EX "CELDIT- BURGO"UN FUTURO DEGNO DEL SUO GLORIOSO PASSATO? OPPURE SIAMO SOLO DAVANTI ALLA SOLITA TROVATA ELETTORALISTICA IN VISTA DELLE PROSSIME ELEZIONI COMUNALI?


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