E' ormai pressoché certo che la Thales Italia SpA di Chieti, eccellenza abruzzese e non solo, sta per chiudere i battenti nella sede teatina di Via Enrico Mattei. La brutta notizia è stata comunicata ai rappresentanti sindacali mercoledì 10 febbraio 2016, durante il tavolo sindacale presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
E dal 12 febbraio, i lavoratori hanno iniziato uno sciopero di protesta ad oltranza presso lo stabilimento di Chieti Scalo.
Lo
sciopero con presidio tenutosi in via Enrico Mattei, davanti ai
cancelli dell'azienda ha riscosso la
totale adesione delle lavoratrici e dei lavoratori dello stabilimento
teatino, fornendo una risposta determinata e unitaria di assoluta
contrarietà alle decisioni comunicate dall’Azienda nell' ultimo incontro
al MiSE.
A tal proposito,abbiamo sentito il Sindacalista Simone Di Nisio della FIOM - CGIL che ci ha spiegato gli ultimi sviluppi della vicenda che si prospetta drammatica: "nel meeting del 10 febbraio scorso, il management italiano ha annunciato
l’avvenuta apertura della procedura di cessione del ramo d’azienda
Starmille, delegittimando di fatto l’autorevolezza della discussione
sull’argomento tenuta al tavolo istituzionale da già due incontri, e
cosa ancora più grave ha annunciato che il Gruppo ha deciso di terminare
ogni attività nell’area di business Radio Communication Product (RCP),
settore in cui lo stabilimento teatino è, con i suoi 40 anni di
esperienza, centro di eccellenza di fama internazionale".
"Quest’ultima
notizia - ha commentato continuato il Di Nisio - è giunta come un fulmine a ciel sereno, considerando che
l’impegno messo in campo da istituzioni locali e centrali aveva ottenuto
la predisposizione di risorse necessarie per lo sviluppo del core
business legato alla Guerra Elettronica, impegno richiesto dalla stessa
azienda affinché il business da loro identificato come principale futura
attività di RCP, trovasse delle condizioni favorevoli di mercato in
ambito domestico".
A
sostegno dell’iniziativa di lotta delle Lavoratrici e dei Lavoratori,
"sono intervenuti l’On. Lolli, Vice Presidente della Regione Abruzzo,
rappresentanti delle istituzioni locali e le OO.SS. FIOM e UILM, in
particolare Labbrozzi e Potetti rispettivamente segretario provinciale e
nazionale della FIOM, Nunziato territoriale della UILM".
"Sebbene
lo stato di agitazione sia stato proclamato da ormai più di un anno fa - ha concluso Simone Di Nisio -
possiamo affermare che il livello del conflitto sia stato innalzato e
che comincia una nuova fase, in cui con il sostegno di OO.SS ed
Istituzioni locali, regionali e nazionali, le Lavoratrici ed i
Lavoratori del sito Thales di Chieti arriveranno fino al quartier
generale a Parigi, prima di perdere il lavoro e far cancellare un pezzo
di storia del tessuto industriale teatino".
Ecco quale dovrebbe essere il destino dei lavoratori della Thales:
- Il reparto Starmille, 20 persone, sarà
ceduto ad una newco, nata il 20 dicembre scorso e operativa dal 1°
aprile, attualmente posseduta solo da Thales Italia, ma che in
seguito sarà per metà della società malese Sapura che dovrebbe garantire almeno 3 anni di operatività.
- Le 70 persone del reparto Rcp, saranno messe in mobilità con modalità e tempi ancora da chiarire.
- Per gli 8 del reparto NIS, che si occupano della manutenzione delle reti del Ministero della Difesa, il destino è incerto, fra il trasferimento in Toscana, nella sede centrale di Firenze, o il licenziamento.
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