giovedì 23 giugno 2016

INTERVISTA ALL'ARCH.DARIO DI LUZIO, PROGETTISTA DE “IL DONO ROSSO” DI VIA PRINCIPESSA DI PIEMONTE



Architetto Di Luzio, in che cosa consiste l’opera da lei realizzata?
 
Di Luzio: «L’opera è stata definita “Albero della Vita” ma non è corretto, poiché è vero che essa si ispira alla simbologia dell’albero della vita ma in realtà il suo vero nome è “Il Dono Rosso”, come riportato anche sull’etichetta attaccata sull’opera stessa. In questa scultura la vita è rappresentata attraverso quattro steli che si propendono verso il cielo e che hanno un particolare materiale metallico che in qualche modo riflette il mondo circostante, gli edifici, il panorama, la luce. Queste riflessioni avvengono in modo dinamico poiché gli steli si articolano verso il cielo piegandosi, muovendosi e quasi fluttuando nell’aria. In questo modo vengono rappresentate le varie sfaccettature della vita, rappresentata a sua volta e definita da questi steli. La presenza di una goccia di sangue all’interno degli steli sta a significare proprio l’atto di donazione che può far risplendere la vita attraverso una tale azione di generosità. La scelta di un elemento di ispirazione è data dalla volontà di comunicare le ragioni che spingono alla donazione stessa. Una volta individuata la simbologia di un’opera, è necessario, però, trovare anche un linguaggio. Se si vuole comunicare una qualsiasi emozione è possibile farlo tramite linguaggi diversi e noi abbiamo scelto quello contemporaneo, ovviamente difficilmente digeribile dalla cultura locale, molto legata alle tradizioni e a un modo di fare sempre uguale e sempre piatto».

Quanto costa un’opera del genere? 

Di Luzio: «Per quanto riguarda la questione costi, è chiaro che quando viene commissionata un’opera c’è sempre un budget di riferimento. L’opera in questione sarebbe dovuta costare come una lastra di marmo con una goccia disegnata, ossia avrebbe dovuto avere un budget molto limitato. All’interno di tale budget abbiamo dovuto muoverci riuscendo ad ottenere il massimo dell’espressione dall’opera e il budget è servito per pagare i materiali perché noi abbiamo prestato la nostra professionalità in modo totalmente gratuito».  

Era possibile mettere un albero vero invece di una scultura? 

Di Luzio: «A tal proposito, c’è stato un dibattito sul fatto di mettere o meno un albero vero al posto della scultura. Inserire un albero vero o alcun tipo di vegetazione non era possibile poiché sotto quel pavimento ci sono le volte dei locali comunali. Noi, in un certo qual modo, abbiamo fatto “crescere un albero” in un luogo dove una pianta vera non ci potrà mai essere». 

Quanto è importante il dialogo tra elementi contemporanei ed elementi storici? 

Di Luzio: «Il dialogare di elementi contemporanei con elementi storici crea una valorizzazione reciproca e questo è importantissimo poiché fondamentalmente si tratta di due cose autentiche che si confrontano, due cose appartenenti a due tempi diversi che in qualche modo sono una figlia dell’altra. La storia finirebbe se non si andasse avanti e si facessero le cose come venivano realizzate una volta».

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