martedì 18 aprile 2017

Presentazione del libro "Lu Fregne de Chijete" di Ugo Iezzi, mini guida turistica per promuovere Chieti

Oggi, mercoledì 19 aprile 2017, alle ore 17.00, si terrà presso il Foyer del Teatro Marrucino di Chieti,la presentazione del libro "Lu Fregne de Chijete", ultima fatica letteraria del giornalista Ugo Iezzi, con prefazione del Prof. Massimo Pasqualone. Inoltre, interverranno alla presentazione: il giornalista Mario D'Alessandro  e Biagio Di Carlo.
A tal proposito, abbiamo intervistato l'autore del libro Ugo Iezzi a cui abbiamo posto delle domande per capire bene di cosa tratta la sua nuova opera:

 1) Cosa è "Lu Fregne de Chijete"? “Lu Fregne nella lingua di Dante significa Il Meglio. Ergo, questa pubblicazione, che io presento come un dizionario mitologico, nonché achilliano, parla delle bellezze della nostra città, luoghi, personaggi, eventi e modi di dire, a partire da "lu cchiù fregne", ovvero il piè veloce Achille. Un dizionario che ha due sottotitoli. Il primo, visibile, è un omaggio al più fregno economista di tutti i tempi, Ferdinando Galiani, il quale ha scritto, con pseudonimo e no, libretti spassosi e divertenti, tra cui "Spaventosissima descrizione dello spaventoso spavento che ci spaventò tutti coll'eruzione del Vesuvio la sera degli otto agosto 1779 ma (per grazia di Dio) durò poco". Il secondo, segreto, è un rimando alla prima canzone popolare abruzzese (1888) di Francesco Paolo Tosti e Tommaso Bruni, intitolata "La Viuletta". Il mio omaggio in musica si chiama "Voje fa lu scingiatore!" e vuole essere l'aggancio al sottotitolo del brano popolare classico "Si 'na scingiate te potesse dà!"    


2)  Cosa rappresenta l'immagine di copertia? “L'immagine di copertina, mette in mostra la testa di Achille,  "la cocce d'Achille", facendo intravedere l'altra "coccia" del Maestro Tonino Santeusanio alle prese con la scultura de la mitica "Cocce", che vorremo, una volta terminata, collocare nella Villa Comunale di Chieti per ricordare a tutti che il luogo della memoria, della natura, della cultura e dello svago può tramandare una bella favola identitaria.  Il dizionario in questione vuole essere anche una mini-guida turistica per promuovere ulteriormente la nostra bellissima realtà che ha sfornato e continua a sfornare eccellenze e personalità di varia natura: gli Asini, la famiglia  Vezia (poi Iezzi), Romualdo De Sterlich, Ferdinando Galiani, Giovanni Chiarini, Costantino Barbella, Guido Gatti, la famiglia Valignano, la famiglia Pomilio, Valerio Pignatelli, Ramiro Ortiz, Isabella Quarantotti, Anton Giulio Majano, Ettore Paratore, Francesco Sanvitale. Per citare i grandi fregni marrucini.”


3) Come è venuta l'ispirazione per scrivere tale libro? “Il giornale locale da me diretto, La Voce dei Marrucini, da anni celebra, con convivialità e creatività, il giorno di fondazione dell'antica Teate, che, secondo la leggenda nostrana, cade l'11 maggio. Tra due anni, nientepopodimenoché, celebreremo 3.200 candeline. Scusate se è poco ! Di qui l'idea di continuare a raccontare il "mito" omerico, un mito fondativo che coinvolge moltissime città italiane, dedicando al pelide Achille un busto. Una statua alla star della letteratura omerica. Ricordo a me stesso e ad altri che la mitologia greca ed i poemi omerici sono considerati il "big bang" di tutta la letteratura occidentale. Fare una riflessione "mitologica", in chiave omerica, potrebbe far bene alla città. O no?”  


4) Che fine si è posto come autore? “Il mio desiderio di giornalista gastro-ribelle è da anni sempre lo stesso: "Gaudeo ergo sum". Ovvero, in slang marrucino, "Pizzeche e me deverte". Un modo leggero, rispettoso e speranzoso di stare assieme agli altri, con l'unica fede che risponde al nome di Ironia. O, se volete con espressione etnica, "Scingiamento". E se un domani dovessi imbattermi in  spaventosissimi spaventi da spaventarmi e spaventare tutti, mi auguro che durino poco”.

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