Dal 20 ottobre, l'ennesima storica attività della città, chiuderà i battenti dopo decenni di onorato servizio: l'Hotel Garibaldi.
Una nuova tegola che come una meteora si sta abbattendo sulla parte alta della città che negli ultimi decenni sta perdendo pezzi come una cometa e soffre di una crisi di identità senza recenti precedenti, dopo lo svuotamento di abitanti, uffici e servizi che sta subendo sempre più in maniera fragorosa dal 1980 ad oggi.
Agli inizi degli anni Ottanta iniziarono i primi segnali di crisi, accentuata nel 1993 e diventata incipiente e decadente dal 2004.
L'Albergo che ai tempi d'oro accoglieva i parenti e gli amici dei pazienti dell'attiguo vecchio ospedale civile e dei militari del 123° Reggimento Fanteria Chieti, negli ultimi anni, ha subito un drastico calo di utenza, perciò i titolari hanno deciso di chiudere e di vendere.
La chiusura del "Garibaldi", non porterà di certo nessun vantaggio per gli altri hotel della parte alta della città, ma anzi la cosa è proprio per loro un ulteriore campanello d'allarme che quello successo oggi al Garibaldi, un domani possa accadere anche a loro.
Anzi, la chiusura dell'albergo è una grave perdita per Chieti che perde numerosi posti letto che potenzialmente potrebbero ospitare dei visitatori in occasione di eventi e che ora saranno costretti ad alloggiare altrove.
Quanto accaduto, è soltato l'ulteriore "goccia" di una crisi del centro storico di Chieti che sembra una "marea" inarrestabile, soprattutto se le istituzioni a tutti i livelli resteranno insensibili verso le esigenze di una città con oltre 3 mila anni di storia e con origini leggendarie che affondano nella notte dei tempi, patrimonio dell'umanità e di tutta la regione che rischia di essere dilapidato davanti a sterili interessi economici diversi da quelli della collettività.
Urge nel più breve tempo possibile, fornire la città di alcuni servizi come un mezzo veloce di collegamento Colle - Scalo (come ad esempio il minimetrò di Perugia), di nuovi ampi parcheggi facilmente raggiungibili, dello spostamento di corsi universitari in centro e della creazione della cittadella amministrativa della connurbazine Chieti - Pescara nell'area della ex Caserma Berardi.
Solo con questi investimenti e ridando speranza e vigora ai Teatini che hanno voglia di cambiamento e di rialzarsi, ma si sentono abbandonati dalle istituzioni e dal marasma generale che regna in città, si potrà dare a Chieti un futuro degno del suo glorioso passato, consci del fatto che le radici profonde non gelano mai.
Una nuova tegola che come una meteora si sta abbattendo sulla parte alta della città che negli ultimi decenni sta perdendo pezzi come una cometa e soffre di una crisi di identità senza recenti precedenti, dopo lo svuotamento di abitanti, uffici e servizi che sta subendo sempre più in maniera fragorosa dal 1980 ad oggi.
Agli inizi degli anni Ottanta iniziarono i primi segnali di crisi, accentuata nel 1993 e diventata incipiente e decadente dal 2004.
L'Albergo che ai tempi d'oro accoglieva i parenti e gli amici dei pazienti dell'attiguo vecchio ospedale civile e dei militari del 123° Reggimento Fanteria Chieti, negli ultimi anni, ha subito un drastico calo di utenza, perciò i titolari hanno deciso di chiudere e di vendere.
La chiusura del "Garibaldi", non porterà di certo nessun vantaggio per gli altri hotel della parte alta della città, ma anzi la cosa è proprio per loro un ulteriore campanello d'allarme che quello successo oggi al Garibaldi, un domani possa accadere anche a loro.
Anzi, la chiusura dell'albergo è una grave perdita per Chieti che perde numerosi posti letto che potenzialmente potrebbero ospitare dei visitatori in occasione di eventi e che ora saranno costretti ad alloggiare altrove.
Quanto accaduto, è soltato l'ulteriore "goccia" di una crisi del centro storico di Chieti che sembra una "marea" inarrestabile, soprattutto se le istituzioni a tutti i livelli resteranno insensibili verso le esigenze di una città con oltre 3 mila anni di storia e con origini leggendarie che affondano nella notte dei tempi, patrimonio dell'umanità e di tutta la regione che rischia di essere dilapidato davanti a sterili interessi economici diversi da quelli della collettività.
Urge nel più breve tempo possibile, fornire la città di alcuni servizi come un mezzo veloce di collegamento Colle - Scalo (come ad esempio il minimetrò di Perugia), di nuovi ampi parcheggi facilmente raggiungibili, dello spostamento di corsi universitari in centro e della creazione della cittadella amministrativa della connurbazine Chieti - Pescara nell'area della ex Caserma Berardi.
Solo con questi investimenti e ridando speranza e vigora ai Teatini che hanno voglia di cambiamento e di rialzarsi, ma si sentono abbandonati dalle istituzioni e dal marasma generale che regna in città, si potrà dare a Chieti un futuro degno del suo glorioso passato, consci del fatto che le radici profonde non gelano mai.
Nessun commento:
Posta un commento